Bill Shankly, e gli hanno fatto pure una statua dalle parti di Anfield Road. Non perché abbia vinto tantissimo come manager del Liverpool (c’è chi ha vinto di più, a partire dal suo successore Paisley).
E neanche per quella frase, che pure agli scousers manda ancora in sollucchero: “A Liverpool ci sono due grandi squadre. Il Liverpool e le riserve del Liverpool”, disse Bill prima di un derby con l’Everton, e figuriamoci se l’avesse fatto a Roma, o a Baires. No, piuttosto Bill Shankly, scozzese perché tutti i grandi allenatori della Premier sono di lassù, e centrocampista molto di lotta e poco di governo, un giorno fece una cosa.
Primi anni Settanta, i Reds stavano ricevendo i soliti peana dello stadio, dopo l’ennesima vittoria di quel periodo straordinario. Giro di campo, la Kop che si sgolava, la tribuna in piedi adorante. Una sciarpa finì in campo, gettata da qualcuno come tributo estremo allo squadrone. Un poliziotto, un bobby nero come uno scarafaggio, col cuore di pietra e il manganello armato, la prese e la buttò via, come si butta via una cartaccia.
Shankly vide questo gesto blasfemo, s’avvicinò al piedipiatti e pacca sulla spalla: “Non lo fare, amico – gli disse – Per te è soltanto una sciarpa, ma per un ragazzo rappresenta tutto, la vita”. Così parlano solo i grandi uomini. Sipario.
Andrea Arena