Non sento, ma segno: perché imparare la LIS (Lingua dei Segni Italiana)
8 Novembre 2019La LIS (Lingua dei Segni Italiana), non è una forma abbreviata di italiano o una sua trasposizione manuale, ma una lingua vera e propria, con regole grammaticali, sintattiche, morfologiche e lessicali molto precise.
La Lingua dei Segni, da non confondere con il “linguaggio dei segni”, si è evoluta col passare del tempo, introducendo nuovi lemmi, strutture e pure sfumature dialettali. La LIS permette alla persona sorda di comunicare in modo efficace, non va a sostituire il parlato ma lo implementa; per anni si è pensato che andasse a distruggere le capacità orali della persona sorda: oggi sappiamo che il segnato è un ottimo strumento, nelle mani del logopedista, per sostenere l’oralità, e spingere anche bambini e adulti al bilinguismo.
Perché un udente dovrebbe studiare la lingua dei segni? Per tanti motivi. Molti si avvicinano a questa lingua per pura necessità: conoscono persone sorde o hanno un familiare che ha perso l’udito. Altri per crearsi un lavoro. C’è sempre bisogno di nuovi interpreti, le occasioni culturali sono tante e la comunità sorda è sempre più spinta all’integrazione. Altra figura importante è quella dell’assistente alla comunicazione che aiuta il bambino sordo nell’apprendimento scolastico.
La LIS è una lingua tanto completa da mettere in gioco le capacità mimiche del soggetto, crea mezzi di interazioni nuovi e permette di superare i propri limiti personali. L’associazione Perché Io Segno di Raffaella Ludovica Cucchi e Federica Miralli è nata con l’obiettivo di far valere i diritti dei sordi e di promuovere corsi che formeranno i futuri interpreti e assistenti alla comunicazione.
Per ulteriori informazioni: www.percheiosegno.it – 329.4278442.