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GemellArte 2020, Ozmo e “Il Cortegiano” conquistano la Francia

23 Novembre 2020

Un progetto di rigenerazione urbana ma anche un messaggio di speranza e rinascita, attraverso l’arte urbana: a promuoverlo è GemellArte, festival internazionale di arte contemporanea, nato
per rivitalizzare i gemellaggi fra le città italiane e straniere e valorizzarne il patrimonio locale.

Nel segno dell’antico legame esistente tra Italia e Francia e di una Renaissance (questo è il titolo dell’edizione 2020) che in questo momento storico, fortemente caratterizzato dall’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia di Covid-19, assume un significato ancora più importante e profondo. GemellArte, organizzato da GN Media sotto l’alto patrocinio dell’Ambasciata francese in Italia e dell’Institut Français Italia, getta un nuovo ponte fra la città italiana di Terni, in Umbria, e Saint-Ouen-sur-Seine (Parigi), gemellate dal 1962, attraverso le due residenze artistiche parallele i cui vincitori sono stati individuati attraverso una call internazionale andata a segno lo scorso ottobre.

Dopo la residenza dell’artista francese Caroline Derveaux, che ha eseguito due murales a Terni dando nuova vita e colore a due muri dimenticati e vittima del degrado, ora è il turno dell’artista
italiano Ozmo, nickname di Gionata Gesi, originario di Pontedera (PI): uno dei pionieri e dei maggiori esponenti internazionali di arte urbana, protagonista di mostre e interventi monumentali nelle più importanti capitali dell’arte contemporanea e urbana, che ha svelato il suo ultimo capolavoro realizzato a Saint-Ouen, nel quartiere di Soubise, teatro di drammatici episodi di cronaca e che ora torna a vivere e a risplendere. Grazie all’opera permanente di Ozmo, ispirata a Il Cortegiano, il ritratto che Raffaello Sanzio fece di Baldassare Castiglione, intellettuale di spicco del Rinascimento italiano, alla corte di Elisabetta Gonzaga a Urbino.

Ozmo per GemellArte – I commenti

Sono felice e onorato di aver potuto lavorare in un contesto così denso di stimoli e stratificazioni sociali, etniche e urbanistiche come Saint-Ouen – commenta Ozmo presentando la sua creazione – Spero che l’opera sia di stimolo per il difficile quartiere in cui é collocata e che dopo l’episodio di scontro tra bande giovanili che l’ha portata alla ribalta della cronaca qualche tempo fa per questa zona ci sia un vero Rinascimento”. All’entusiasmo dell’artista fa eco quello di Tiziana Zumbo Vital, storica dell’arte, curatrice del festival GemellArte a Saint-Ouen-Sur-Seine: “Sono molto contenta di come si è svolta la residenza di Ozmo: l’interazione con il quartiere è stata molto interessante, il suo lavoro ha sedotto giovani e anziani che hanno seguito con grande attenzione l’evolversi dell’opera. Il risultato finale ha superato tutte le aspettative perché questo dipinto, oltre ad essere di una grandissima qualità artistica, è già diventato già patrimonio locale. Non potevo aspettarmi di più“.

Il potere dell’arte, del resto, è anche questo: secondo Chiara Ronchini, direttore artistico del festival, “vedere il lavoro che Ozmo ha realizzato in pochi giorni, riuscendo in un’impresa titanica, nel mezzo di una pandemia, tra problemi, complicazioni e restrizioni, ci dona quella fiducia e quella speranza di continuare, nonostante tutto, nella direzione della bellezza. Una Renaissance che non smetterà mai di rigenerare un mondo dove l’arte è chiamata in prima fila a combattere per salvaguardare i nostri animi. La bellezza e la potenza del lavoro di Ozmo rappresentano un racconto simbolico tra storia e contemporaneo, che restituisce alla città un luogo magico dove poter sognare, immaginare, e andare oltre“.

Foto di Jerome Panconi gentilmente fornite dall’Ufficio Stampa GemellArte

Foto: © Jerome Panconi

Foto: © Jerome Panconi

Foto: © Jerome Panconi