Le “Solitudini urbane” di Maria Evelina Buffa Nazzari
7 Dicembre 2021Solitudini urbane è il titolo del nuovo libro di Maria Evelina Buffa Nazzari, scrittrice e attrice teatrale e cinematografica, figlia del noto Amedeo Nazzari. Edito da Porto Seguro, raccoglie racconti brevi che narrano l’eccezionalità di un’esistenza ordinaria.
I protagonisti sono gli abitanti di una palazzina. Quindi persone comuni, con il loro bagaglio di vita e dolori. Tante storie ma un’unica narrazione: l’autrice conduce il lettore nelle “solitudini urbane” di chi affronta l’esistenza tra le pieghe distorte e malinconiche della realtà.
Un buco sul pavimento, per via di un problema al riscaldamento, unisce tutte le case di una strana palazzina. Un uomo divorziato, dalla finestra del suo seminterrato, guarda le gambe dei passanti e degli inquilini del condominio. Gambe lunghe, corte, affusolate, grosse, gambe sole, che conducono un’esistenza misera e dolorosa. Queste gambe sono le protagoniste occulte di diciannove tranches de vie legate da un filo sottile: quel buco nero e spaventoso che sembra inghiottirle in un’unica storia.
Sono le gambe di Leone, che dondolano dal soffitto dopo aver dato una spinta a una sedia. Oppure quelle una donna che parte per il Nepal invece di morire. O ancora le gambe lentigginose della ragazza che aspetta ancora la mamma. Sono le gambe della donna col sedere grosso e della sua rivale. Gambe che passeggiano per casa, si fermano, corrono da una parte all’altra, gambe che fuggono; gambe che disegnano ognuna la propria storia, unite dal fil rouge della desolante, certa, solitudine.
Maria Evelina Buffa Nazzari: l’autrice
Nata a Roma nel 1958, Maria Evelina Buffa Nazzari, dopo aver frequentato lo Studio Fersen, debutta nel ruolo di Rossana nel Cyrano de Bergerac per la regia di Maurizio Scaparro, più volte ripreso con grande successo, tra l’altro a Parigi (Palais de Chaillot) nel 1981. Da allora, ha lavorato nel cinema, in televisione e soprattutto in numerosi teatri italiani, insieme a nomi quali Alberto Sordi, Pino Micol, Alida Valli, Carlo Giuffrè, Martine Brochard, Ottavia Piccolo, Duilio Del Prete, Arnoldo Foà, Ileana Ghione, Paola Quattrini.
Tra le sue più interessanti interpretazioni, si rammenta la prima in Italia, nella stagione 1994-1995, de La deposizione della canadese Hélène Pedneault. Un dramma psicologico a due personaggi, presentato ad Avignone nel 1994. Dal debutto nel capolavoro di Rostand, ha sempre conciliato l’impegno nella interpretazione di novità assolute con una presenza assidua nei grandi classici del repertorio teatrale, da Goldoni a Albee, da Cechov a Wilde, da Ibsen a Giraudoux. Senza peraltro trascurare autori più “leggeri” come Neil Simon e Jean-Noël Fenwick.
Tra le sue ultime e più apprezzate interpretazioni, Torna fra nove mesi, da lei stessa scritto (con il vero nome di Maria Evelina Buffa) per due personaggi femminili, e Ventiquattr’ore della vita di una donna, adattamento teatrale dalla novella di Stefan Zweig.
In qualità di scrittrice, è autrice, tra l’altro, di un monologo, Il viaggio di Carlotta, pubblicato insieme con Torna fra nove mesi in un unico volume dal titolo Altrove; e di un romanzo autobiografico, Spesso sono arrivata seconda, entrambi editi da Ikona Liber. Infine, il diario di un percorso di lutto, Dopo la fine, edito da Edizioni Sabinæ.
Immagini fornite da Ufficio Stampa L’Altrove Miriam Bocchino