Velia, ritrovati i resti del tempio arcaico di Atena
3 Febbraio 2022Nel Parco archeologico di Paestum e Velia, in provincia di Salerno, una campagna di scavi ha riportato alla luce i resti del tempio arcaico di Atena sull’acropoli di Velia. L’antica colonia il cui nome greco era Elea e che diede i natali al filosofo Parmenide, oggi situata nel territorio comunale di Ascea.
Gli archeologi hanno rinvenuto resti di muri realizzati con mattoni crudi, intonacati e fondati su zoccolature in blocchi accostati in poligonale. Testimonianze, queste, che svelano un edificio a pianta rettangolare, lungo almeno 18 metri e ampio 7. Si tratta di una tecnica costruttiva utilizzata anche per le abitazioni di età arcaica emerse lungo le pendici dell’acropoli. La porzione interna della struttura è pavimentata con un piano in terra battuta e tegole. Su di esso, in posizione di crollo, sono stati ritrovati elementi dell’alzato, ceramiche dipinte, vasi con iscrizioni IRE, ovvero “sacro”. Inoltre, numerosi frammenti metallici pertinenti ad armi e armature, tra cui due elmi, uno calcidese e un altro di tipo Negau, in ottimo stato di conservazione.
I risultati della ricerca consentono di far luce sulle più antiche e lacunose fasi di vita della città, fondata intorno al 540 a.C. dai coloni Focei provenienti dall’Asia Minore. Gli scavi hanno chiarito inoltre la cronologia del principale tempio dedicato alla dea Atena. La costruzione del tempio maggiore, o almeno di una sua prima fase, deve collocarsi cronologicamente dopo la struttura sacra riportata alla luce negli ultimi mesi. In seguito, in età ellenistica, l’intero complesso riceverà una completa risistemazione con la realizzazione di una stoà monumentale che cingerà il tempio maggiore. Il piano di uso si eleverà a coprire tutte le fasi precedenti.
Tempio di Atena a Velia: le ipotesi
Spiega Massimo Osanna, direttore del Parco: “Con tutta probabilità in questo ambiente vennero conservate le reliquie offerte alla dea Atena dopo la battaglia di Alalia. Tale evento fu uno scontro navale che vide affrontarsi i profughi greci di Focea e una coalizione di Cartaginesi ed Etruschi, tra il 541 e il 535 a.C. circa. Avvenne al largo del Mar Tirreno, tra Corsica e Sardegna“. All’interno dei due elmi potrebbero esserci iscrizioni, un fatto abbastanza frequente nelle armature antiche. Continua Osanna: “Queste iscrizioni potrebbero aiutare a ricostruire con precisione la loro storia. E forse anche l’identità dei guerrieri che li hanno indossati. Già solo queste prime considerazioni chiariscono molti particolari inediti della storia eleatica”.
La struttura del tempio più antico risale al 540-530 a.C., cioè gli anni immediatamente successivi alla battaglia di Alalia. Invece, il tempio più recente, che si credeva di età ellenistica, risale in prima battuta al 480-450 a. C., per poi subire una ristrutturazione nel IV sec. a C. Conclude Osanna: “È possibile quindi che i Focei in fuga da Alalia lo abbiano innalzato subito dopo il loro arrivo, dopo aver acquistato dagli abitanti del posto la terra necessaria per stabilirsi e riprendere i floridi commerci per i quali erano famosi. Alle reliquie da offrire alla loro dea per propiziarne la benevolenza aggiunsero le armi strappate ai nemici in quell’epico scontro in mare che di fatto aveva cambiato gli equilibri di forza nel Mediterraneo”.
Foto da Ufficio Stampa MiC e Parco Archeologico di Paestum e Velia Rossella Anna Tedesco