Narciso è un personaggio della mitologia greca, un giovane cacciatore famoso per la sua bellezza. Nel mito appare incredibilmente crudele, in quanto disdegna ogni persona che lo ama. A seguito di
una punizione divina, Narciso si innamora della sua stessa immagine riflessa in uno specchio d’acqua e muore cadendovi dentro. Il termine narcisismo viene utilizzato sia in ambito della salute che della patologia.
Nel 1911 lo psicanalista Otto Rank pubblica il primo scritto incentrato sul narcisismo, collegandolo alla vanità e all’auto-ammirazione. Nel 1914 arriva il saggio di Sigmund Freud, nel quale amplia il significato del termine e introduce i concetti di narcisismo primario (vera e propria fase dello sviluppo) e di narcisismo secondario.
In patologia, con il termine narcisismo è indicato anche un disturbo di personalità. Un quadro patologico di personalità caratterizzato da senso di grandiosità, bisogno di ammirazione, mancanza di empatia e sensibilità verso gli altri. Nel parlare comune, il termine narcisismo viene utilizzato per indicare l’amore, spesso esagerato, che una persona prova per la propria immagine e per se stesso. Sono persone che appaiono eccessivamente soddisfatte di sé, vanitose, desiderose di apparire e di affermarsi, a volte “distruttive”. Possono suscitare negli altri sentimenti di ammirazione, gratificazione, ma anche rabbia, delusione e senso di abbandono.
Il narcisismo come condizione umana
Spesso, in ambito terapeutico, ci si dimentica che l’obiettivo di chi si rivolge a un professionista non è sempre quello di “guarire da ogni male”, ma anche di imparare a stare meglio con se stessi, apprezzando e ottimizzando le proprie risorse. E, soprattutto, imparando a riconoscere e a utilizzarle in modo da raggiungere ulteriori e nuovi modi per stare al mondo. Psicoterapia non è solo superamento della sofferenza e della malattia, ma è anche cambiamento da una situazione buona “fino ad ora” a una situazione buona “da ora”. È miglioramento che può anche significare imparare ad amare se stessi e ad apprezzare le proprie caratteristiche.
Alcuni autori definiscono il narcisismo una condizione umana, prima ancora che un disturbo di personalità. Già Freud aveva utilizzato il termine narcisismo per designare l’amore di sé, che di per sé può essere considerato un fattore positivo. Se si pensa alle caratteristiche della società attuale, sempre più improntata alla omologazione, alla globalizzazione, poter contare sull’amore di sé permette di sopravvivere alla tendenza “livellante” delle culture occidentali.
Esiste un narcisismo sano?
Saper riconoscere le proprie qualità e le proprie competenze rappresenta una fonte inesauribile di energia, potenziale e motivazione, tutti elementi che sono alla base, anche, ma non solo, dello sviluppo personale nonché del progresso in molti campi.
Esiste una parte sana del narcisismo; uno sviluppo narcisistico fisiologico che parte da una fase di grandiosità arcaica e di onnipotenza che, se supportata da risposte empatiche ed adeguate da parte dei genitori, permette la costruzione di un sé coeso, base di un narcisismo sano e costruttivo. Su di esso si fonda l’autostima, che a sua volta determina aspirazioni, abilità e attività dell’individuo.
Il narcisismo sano è inoltre in stretta relazione con ulteriori acquisizioni umane fondamentali per il benessere dell’individuo. Mi riferisco alla creatività, all’assertività, alla saggezza, al rispetto di sé e alle capacità empatiche. In ambito artistico, politico, scientifico non è raro trovare persone con personalità narcisistica, in grado di portare significativi contributi sociali.
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