Restaurato l’unico dipinto su tela di Paris Nogari
26 Aprile 2022È stata restaurato a Viterbo l’unico dipinto su tela ad oggi conosciuto di Paris Nogari, artista noto per la sua attività di pittore murale a Roma alla fine del ‘500. Qui partecipò a numerosi cantieri durante i pontificati di Gregorio XIII, Sisto V e Clemente VII.
L’opera, raffigurante la sepoltura di Cristo, è conservata nella Concattedrale di Santa Maria Assunta di Gallese, antico centro del Viterbese. A Gallese si trova anche la medioevale Basilica di San Famiano, in cui originariamente era custodita la tela del Nogari.
Ha eseguito il delicato restauro, durato circa sei mesi, l’impresa romana Keorestauro di Chiara Munzi e Giuseppe Ammendola. Il cantiere, allestito a Viterbo presso il Centro Culturale Valle Faul, ha avuto il sostegno della Fondazione Carivit di Viterbo e la collaborazione della Diocesi di Civita Castellana. Ha supervisionato i lavori la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale.
Paris Nogari: l’artista
Non si hanno molte notizie sulla figura di Paris Nogari. Nato probabilmente a Roma intorno al 1536 e morto nel 1601, fu allievo di Cesare Nebbia e collaborò a lungo con Raffaellino da Reggio, che ispirò la sua maniera nonostante fosse molto più giovane di lui.
Nogari dipinse affreschi in vari edifici di Roma, anche di primaria importanza. Tra essi, la Cappella Orsini in Trinità dei Monti, la Biblioteca Sistina in Vaticano, i Palazzi Vaticani, le chiese e basiliche di Santa Maria dei Monti, Santa Maria Maggiore, SS. Giovanni e Paolo, Santa Susanna, San Giovanni in Laterano.
Una sua opera si conserva a Firenze, nella Certosa. Si tratta di un affresco raffigurante Vergine che protegge i certosini sotto il suo manto, posto sopra l’arco d’ingresso appena salita la scalinata che conduce al Palazzo degli Studi voluto da Niccolò Acciaiuoli e alla pinacoteca.
Paris Nogari: la tela di Gallese e il restauro
La sepoltura di Cristo di Gallese risulta essere finora l’unica pittura di Paris Nogari su supporto tessile. Si tratta di una pala d’altare dipinta nel 1579, secondo quanto è scritto nel contratto stipulato a Roma tra l’artista e due membri della confraternita di San Famiano.
L’opera è alta 3,25 metri e larga 1,90, già cinque anni fa è stata oggetto di un intervento di risanamento del supporto e di foderatura. Grazie ad esso si è scongiurato il totale deterioramento. L’analisi stilistica e documentale, inoltre, evidenzia ulteriormente il rapporto del Nogari con Raffaellino da Raggio nonché il complesso intreccio familiare e sociale che legava la sua famiglia all’ambiente artistico romano gravitante attorno alla curia papale.
Il restauro attuale ha restituito una migliore leggibilità dell’opera, in molte aree particolarmente lacunosa. E ha consentito di approfondire lo studio della tecnica esecutiva dell’artista. Attraverso indagini diagnostiche come la riflettografia IR e analisi non distruttive XRF, realizzate da M.I.D.A. a cura di Claudio Falcucci, si sono riscontrati elementi che raccontano il modus operandi di Paris Nogari e offrono significative informazioni sul degrado dei materiali originali.