Una meridiana dell’artista Dado sulla torre idrica di Borbiago
20 Novembre 2023Un orologio solare senza gnomone è stato realizzato dall’artista Alessandro Ferri, noto come Dado, sulla torre piezometrica (serbatoio dell’acqua) di Borbiago di Mira, nella città metropolitana di Venezia. L’opera è promossa dal Gruppo Veritas e si tratta della più grande meridiana a terminatore d’ombra d’Europa.
Dado ha trasformato la torre piezometrica in un orologio a funzionamento solare. Per effettuare questo intervento monumentale di arte pubblica, si è avvalso delle competenze dello gnomonista Aurelio Pantanali (la “gnomonica” è un termine riferito all’arte di costruire orologi solari). Il progetto ha il coordinamento Lidia Furlan, responsabile del piano di arredo urbano #fullcolor.
La torre idrica di Borbiago è stata costruita tra il 1958 e il 1960. È alta 32 metri e garantisce la distribuzione dell’acqua nella zona. Il serbatoio, di calcestruzzo armato, si trova a 25 metri da terra. È alto 5 metri, ha un diametro di 12 ed è in grado di contenere 450 metri cubi di acqua (450.000 litri). Essi servono da accumulo e riserva di acqua potabile per l’abitato, frazione del comune di Mira. Il suo aspetto ha permesso all’artista bolognese di utilizzare la sommità della torre come quadrante solare.
Una meridiana senza gnomone: come funziona
Le meridiane “comuni”, come quelle dipinte sulle pareti degli antichi edifici, sono caratterizzate da un’asta, denominata gnomone. La sua proiezione d’ombra permette di effettuare la lettura dell’ora solare. La meridiana a cilindro progettata da Alessandro Ferri, invece, è priva dell’abituale gnomone. L’ombra è sostituita da un “terminatore”, rappresentato da una linea “fittizia”, non tracciata realmente ma data dalla separazione tra la parte in ombra e la parte illuminata. Per meglio comprenderne il funzionamento, all’ingresso dell’area è stato affisso un pannello che accompagna il pubblico alla lettura dell’ora.
L’esclusività dell’orologio solare di Borbiago è frutto di una disamina tra l’artista e gli gnomonisti. Essi hanno contribuito allo studio attribuendo alle ore (da 1 a 12) disegnate da Alessandro Ferri sulla cisterna cilindrica il corretto posizionamento, in base all’incidenza sulla superficie della luce durante il giorno. Il design altrettanto esclusivo dell’opera è frutto della sperimentazione stilistica di Alessandro Ferri. Un artista con esperienze di livello in alcune delle più importanti città italiane ed estere, tra cui New York, Parigi, Nanjing, Denver, Miami, Valencia, Roma, Milano, Bologna, Trento, Venezia, Palermo, Napoli.
Meridiana di Borbiago di Mira: lo stile
Per realizzare l’orologio solare di Borbiago, Alessandro Ferri si è ispirato a tendenze in voga al tempo della costruzione della torre piezometrica. Secondo l’artista “gli orologi o segnatempo degli anni ’50 e ’60, specialmente i modelli classici, erano caratterizzati dagli indici delle ore segnati con numeri arabi dalle tipiche forme morbide. La meridiana di Borbiago è frutto dell’incontro e commistione di molteplici discipline: arte, matematica, astrofisica, architettura, storia, filosofia, un’opera trasversale e preziosa, unica per la sua concezione e singolarità“.
Sullo stelo della torre, quindi nella sua parte inferiore, campeggia la scritta “Borbiago”, realizzata da Alessandro Ferri. Il lettering è caratteristico della sua recente ricerca artistica; il cilindro della torre presenta cifre numeriche (da 1 a 12) alte 4 metri, realizzate con lo stesso stile grafico. La lettura dell’ora è quindi possibile anche a distanza.
La meridiana solare risulta osservabile a chi percorre l’autostrada A57 provenendo da Padova o dalla Riviera del Brenta. E lo è anche a chi passeggia lungo gli argini dei canali provenendo da Oriago o dal centro di Mira. La sua posizione di “vedetta” la rende infatti facilmente visibile e raggiungibile.
Foto © Rolando Paolo Guerzoni fornite da Ufficio Stampa CSArt – Chiara Serri