Roma, riaperto al pubblico il Museo Ostiense
17 Luglio 2024Riaperto al pubblico a Roma, all’interno del Parco Archeologico di Ostia Antica, il Museo Ostiense con un finanziamento CIPE di oltre 3 milioni di euro. Tali risorse hanno consentito di effettuare lavori di adeguamento strutturale e allestimento e il restauro delle opere inserite nel percorso espositivo.
La necessità di riallestire il museo nasce dalla duplice esigenza di illustrare la storia e il contesto della città romana di Ostia attraverso un racconto museale del tutto nuovo. E, al tempo stesso, di adeguare e mettere a norma, anche dal punto di vista statico-strutturale e dell’accessibilità fisica e cognitiva, il Casone del Sale. Vale a dire l’edificio del XVI secolo e già sede del Museo Ostiense. Quest’ultimo è stato aggiornato anche nella dotazione impiantistica, illuminotecnica e tecnologica, oltre che sul piano scientifico ed espositivo.
Articolato in 12 sale, il racconto del Museo Ostiense si sviluppa in 7 grandi macrotemi. Essi sono: le origini e l’età repubblicana; il potere imperiale; gli spazi civici; la gente; le religioni e i culti; le necropoli del territorio; le forme dell’abitare. Focus specifici riguardano il santuario di Via della Foce, i contesti funerari dall’Isola Sacra e lo “spazio dei filosofi”.
Il percorso espositivo è integrato da un apparato multimediale che completa gli strumenti didattici tradizionali. La dotazione consta di touchscreen su cui si possono approfondire, tramite fotografie storiche e disegni conservati negli archivi ostiensi, i principali monumenti e quartieri cittadini. Un modo per rendere fruibile un patrimonio di documentazione solitamente non visibile. Inoltre, video di approfondimento fruibili mediante sistema sound shower. Cioè con audio direzionato sullo spettatore in modo da non arrecare disturbo agli altri visitatori presenti in sala.
Ostia Antica: la storia della città e del museo
Prima colonia di Roma e porta dell’Urbe sul Mediterraneo, secondo la tradizione letteraria la nascita di Ostia risale al quarto re di Roma, Anco Marzio (VII secolo a.C.). I dati archeologici non vanno però oltre il IV secolo a.C.. A questa epoca si datano i resti più antichi dell’insediamento fortificato (castrum) posto alla foce del Tevere. Nel I secolo a.C. la città era a tal punto cresciuta che dovette dotarsi di una cinta muraria ben più ampia, la cui costruzione iniziò sotto il consolato di Cicerone.
Nel I secolo d.C., con la costruzione di Portus per volontà dell’imperatore Claudio, poi ampliato da Traiano all’inizio del II secolo, Ostia potenziò il suo ruolo di scalo commerciale di Roma. Questo comportò uno sviluppo economico e demografico che si tradusse in uno straordinario impulso edilizio e monumentale. A partire dalla metà del III secolo d.C., invece, la città entrò in una fase di inesorabile declino che condusse al suo progressivo e poi definitivo abbandono intorno alla metà del VI secolo.
Dopo essere stata per secoli cava di materiali a cielo aperto, nella seconda metà del Settecento Ostia fu oggetto di sterri finalizzati al recupero di opere d’arte e altri oggetti destinati al mercato antiquario. Le prime indagini archeologiche mirate a rendere il sito accessibile risalgono al XIX secolo. Ma è sotto la direzione di Dante Vaglieri (dal 1908 al 1913), e poi a seguire di Guido Calza (fino al 1946), che si riportò progressivamente alla luce la città romana. Nel 1934 fu inaugurato il Museo Ostiense all’interno del Casone del Sale, per il cui primo riallestimento si dovrà attendere il 1962. Oggi, dopo più di 60 anni, il Museo è riaperto, rinnovato e totalmente ripensato.
Foto © Emanuele Antonio Minerva fornite e autorizzate da Ufficio Stampa Ministero della Cultura