Diaframma in tour per i 40 anni dell’iconico “Siberia”
18 Dicembre 2024La celebrazione di un cult della storia del post punk e della new wave italiana, ma anche di altri pezzi iconici degli anni ’80, che hanno emozionato il pubblico del Monk di Roma. I Diaframma sono saliti sul palco nel tour 40 anni di Siberia, in un concerto che, come al solito, non ha deluso le aspettative.
Il Monk ha ospitato la tappa romana del tour dei Diaframma in uno dei suoi “concerti presto”. Occasioni che, in pieno stile inglese, vedono la band esibirsi nel tardo pomeriggio, usanza per il quale il locale si sta contraddistinguendo. I cancelli aprono presto e i fan sono già in fila e all’interno.
Guardandosi intorno, si capisce subito l’importanza di Siberia, di un gruppo come i Diaframma e di un artista come Federico Fiumani. La platea, infatti, è variegata. Troviamo i più “attempati” che hanno avuto la fortuna di vivere la new wave fiorentina in prima persona. Chi ha i dischi dei Diaframma originali nella collezione a casa; chi ha indossato per l’occasione una maglia iconica, quella con la stampa di Unknown Pleasure dei Joy Division.
Ma anche la generazione dei trentenni, che inevitabilmente hanno incontrato i Diaframma lungo il loro percorso di conoscenza musicale del panorama post punk. E che non hanno più abbandonato la passione per le sonorità uniche della band di Firenze. Oltre ai più grandi, anche tantissimi ragazzi, qualcuno con il volto da liceale. Che nel gelo della società contemporanea ritrova nei pezzi dei Diaframma un porto sicuro, nel quale interrogarsi sul proprio posto nel mondo. A testimonianza di come Siberia sia oggi un disco che compie quarant’anni, ma che è ancora attuale nei suoi testi e messaggi.
Siberia, infatti, esce il 5 dicembre 1984 con Fiumani e compagni che vivono e respirano una Firenze eclettica sotto tanti punti di vista. Su tutti quello musicale, accogliendo lungo le rive dell’Arno la new wave e il post punk da oltremanica. La poetica dark a fare da sfondo, i Diaframma formati da Miro Sassolini alla voce, da Federico Fiumani alla chitarra e dai fratelli Leandro Chicchi al basso e Gianni Chicchi alla batteria.
Quarant’anni dopo, le atmosfere dark delle sonorità dei Diaframma e delle parole cantate dalla band toscana riecheggiano ancora con Federico Fiumani che, insieme a dei musicisti di assoluta qualità come Edoardo Daidone alla chitarra, Luca Cantasano al basso e Tancredi Lo Cigno alla batteria, ci riporta indietro nel tempo a quel lontano 1984.
Il concerto inizia puntuale, con i fan che con largo anticipo avevano già riempito la sala concerti del Monk. Fiumani, rigorosamente in camicia, sale sul palco acclamato a gran voce dal pubblico. Imbraccia la sua telecaster, un saluto e un ringraziamento ai fan accorsi e si parte spediti nella celebrazione di Siberia.
Tra un pezzo e l’altro, dei cenni di intesa con i compagni di tour e il “grazie” al pubblico sottopalco che canta e si emoziona con le atmosfere di Siberia e Amsterdam, tra le sfumature più variegate di un disco iconico. Si canta di amore, di solitudine, di nostalgia, di silenzi indefiniti, di grida lanciate al mondo, di frammenti di vita, di sogni e anche di malinconia. Le luci del Monk, poi, ci riportano alla perfezione a 40 anni fa dentro la scena new wave. Led rossi e viola e un bianco ghiaccio creano giochi di luce e ombra che contribuiscono, insieme alle sonorità dei pezzi dell’album, a creare un ambiente unico.
Dal pubblico si alza il grido Gennaio, con Fiumani che tranquillizza i fan e con il pezzo che arriverà a chiudere il concerto. Finita la scaletta, i Diaframma tornano sul palco inneggiati dal pubblico del Monk e si lanciano in un bis pieno di pezzi simbolo: L’odore delle rose, Diamante grezzo e Labbra blu su tutti. Infine, a grande sorpresa, i Diaframma omaggiano i Television con una cover di See no evil. Un tributo che ha emozionato e lasciato un sorriso, malinconico, ma anche di speranza, sul volto di molti.
Una serata impeccabile, in un viaggio partito dagli anni ’70 e terminato nel decennio successivo, che ci ha portati indietro di quattro decenni. Uscendo dal Monk, il sound dei Diaframma riecheggiava ancora dal mio stereo, sulla via del ritorno a casa, con la macchina che va “dove il giorno ferito impazziva di luce”. Una luce che Siberia porta ancora sulla scena musicale, anche dopo così tanto tempo.
Cristiano Politini
Foto © Cristiano Politini