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“Giro di posta”, i carteggi di Primo Levi in mostra a Torino


data: dal 24 gennaio al 5 maggio 2025

luogo: Palazzo Madama, Museo Civico d’Arte Antica (Piazza Castello), Torino

orario: 10.00-18.00 (martedì chiuso)

Giro di posta. Primo Levi, le Germanie, l’Europa è la mostra promossa a Torino dal Centro Internazionale di Studi Primo Levi, a cura di Domenisco Scarpa. È visitabile dal 24 gennaio al 5 maggio 2025 a Palazzo Madama, presso il Museo Civico d’Arte Antica, nella corte medioevale.

Realizzata con documenti in gran parte inediti, Giro di posta offre una vasta rete di carteggi privati che soltanto oggi diventano pubblici, e che raccontano l’Europa e la Germania divise in due. A tessere la trama sono gli interlocutori tedeschi e germanofoni di Primo Levi (1919-1987), ma non soltanto loro. Le corrispondenze esposte (messaggi scarabocchiati a matita su fogli di fortuna o impeccabili lettere battute a macchina su carta intestata) attraversano quasi mezzo secolo di storia europea.

Auschwitz, esperienza di cui Levi non smise mai di indagare i segreti e i significati, è il fuoco geometrico della vicenda. Se questo è un uomo suonava fin dal titolo come una domanda rivolta al lettore. Ma i fatti del libro erano avvenuti in tedesco e per mano di tedeschi. E dunque a loro quella domanda doveva arrivare. Nel 1959 si avviò finalmente la traduzione del libro in tedesco, che uscì nel 1961. Lo stesso anno in cui venne costruito il Muro di Berlino.

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Primo Levi e la sua rete epistolare

Da quel momento in poi, una «intricata rete epistolare» mise Primo Levi in contatto con un gran numero di interlocutori notevoli: lettrici e lettori comuni, lettori che erano anche scrittori, ex compagni di Lager, e persino qualcuno che in Auschwitz stava «dall’altra parte». Conoscendo Levi, non c’è da meravigliarsi che tra i suoi corrispondenti lo attraessero in particolare i più lontani per mentalità o per geografia.

Negli ottant’anni dalla liberazione di Auschwitz (27 gennaio 1945-27 gennaio 2025), il «giro di posta» del titolo si presenta dunque come un’ampia discussione sulla Shoah e sul suo posto in un’Europa da ricostruire dopo la guerra, ma ben presto divisa in due blocchi contrapposti.

E si presenta come una rete per molte ragioni: perché ci sono circuiti di posta dove una stessa lettera si spedisce a più destinatari per sollecitarli a dire la loro; perché copre come un reticolato aree della Germania a Est e a Ovest, sconfinando in ulteriori paesi; perché vi si intrecciano le quattro lingue – l’italiano, il francese, l’inglese e il tedesco – adoperate da Levi.

Foto © Studio Gonella fornite e autorizzate da Ufficio Stampa ddlArts

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tel: 0114433501

e-mail: palazzomadama@fondazionetorinomusei.it

web: www.palazzomadamatorino.it