Ma poi che cos’è il genio, che cos’è la sregolatezza, che cos’è il sacro gioco del balùn? La nostra vita, la nostra storia.
Ecco allora un biglietto, una partita, una data: per qualcuno non significa nulla – la millesima serata allo stadio – e per qualcun altro è tutto. Tipo Lazio-Trabzonspor, Europa League, la coppetta, 12 dicembre 2013, giorno quasi palindromo.
Uno squallido 0-0, dice il tabellino, ed era la Lazietta di Petkovic ancora ‘mbriaca dalla Coppa Italia del maggio precedente (quella di Lulic al 71′, non so se avete presente). Freddo a Roma, con quell’umidità che sale dal Tevere e che ti zaccagna le ossa, birre nonostante. La marea turca che canta e spera di vendicare Lepanto, secoli dopo.
Invece niente: “La solita partita di merda”, si dice mentre si torna alla macchina, attraversando la steppa siberiana della Farnesina. Ma per qualcun altro quella notte è una notte da ricordare per sempre, un biglietto da archiviare tra le cose preziose, gli odori e i colori e i sapori di qualcosa di indimenticabile. Una magia cattiva e subdola, ma una magia che ti fa innamorare.
Andrea Arena