Nota per la diffusione: divulgare come se si trattasse di una opera di fantasia, un racconto. Nella quasi totalità dei lettori lascerà la convinzione di avere di fronte una fiction. Comunicherà però alcune informazioni importanti ai prescelti.
Un pomeriggio di ottobre hanno sparato a K.X. Era un uomo che abitava in un appartamento di 50 metri quadrati al centro di Bruxelles. Aveva 45 anni e trascorreva la sua vita in modo ordinato: riceveva solo una donna che andava a pulire l’appartamento ogni due giorni; tutte le mattine usciva, acquistava tre differenti quotidiani, pranzava sempre allo stesso ristorante, non lavorava e prima del tramonto tornava a casa. Queste sono le notizie ufficiali, che hanno reso poco interessante l’omicidio, dimenticato ben presto dalle cronache dei giornali.
Eppure, K.X. era il discendente di una delle famiglie più potenti del pianeta, quelle che decidono la storia, disinteressate al denaro perché detengono il reale controllo del mondo. Chi ha sparato a K.X. ha però commesso un errore. Quando la donna delle pulizie è entrata in casa, K.X. non era ancora morto. Agonizzante, aveva perso la lucidità e la discrezione alle quali era stato educato. Prima di morire, ha avuto il tempo di dire: «La spiegazione di tutto… Il grande inganno… a Parigi… Andate a rue des Douleurs 44, al primo piano… Dietro la pietra gialla».
Chi ha ucciso K.X.? Probabilmente qualcosa di sconvolgente sta avvenendo nel mondo, le famiglie che l’hanno governato, dopo secoli, si sono divise, sono in conflitto e K.X. è la prima vittima di questa guerra. Ma ciò che nessuna delle famiglie vuole è che il libro dei segreti e l’architettura secolare del loro potere vengano rivelati. La donna delle pulizie, di origine polacca, aveva capito di avere udito un segreto pericoloso, e il giorno stesso aveva telefonato in Italia, parlando con un cugino sacerdote. Dopo due giorni è morta, si dice per un infarto. Il sacerdote polacco è stato trovato suicida nei bagni dell’aeroporto di Fiumicino, dove era in attesa di imbarcarsi su un volo diretto a Parigi.
Tutto sembrava sistemato a chi tira i fili del mondo, ma qualcosa è sfuggito. Chi doveva intervenire, aveva messo sotto controllo il telefono della donna delle pulizie. Ma non sapeva che in Italia, anche il sacerdote era intercettato perché indagato per una cupa storia di prostituzione minorile. Il carabiniere che quel giorno ha udito la conversazione ha compreso che si trattava di materiale pericoloso e ha deciso, con una sorta di intuizione che gli ha salvato la vita, di cancellare la registrazione. Ma ha memorizzato la frase. È andato in un internet caffè frequentato da stranieri, nella periferia di Roma, e ha svolto una ricerca su decine di siti complottisti. Tra i cumuli di spazzatura e fesserie, ha trovato un filo che lo ha portato a comprendere meglio il ruolo di K.X. e l’importanza della sua rivelazione. Ha scoperto che anche la donna delle pulizie che aveva telefonato al sacerdote polacco era morta. E su Google Maps ha cercato rue des Douleurs, memorizzando la sua localizzazione, perché ha capito che sarebbe stato rischioso cercarla di nuovo. Il giorno dopo ha viaggiato per molte ore in automobile per raggiungere Parigi.
Mentre tutto questo succedeva, la guerra tra le famiglie stava raggiungendo il suo apice, un vertice segreto si era tenuto su un battello al largo della Norvegia. Lo scontro, durissimo, ha determinato una fase di impasse, neppure concepibile fino a qualche anno fa. Per questo non si è trovato l’accordo su chi dovesse fare la cosa più semplice: andare in rue des Douleurs ed eliminare qualunque cosa K.X. avesse nascosto. Il giovane carabiniere, consapevole che la sua vita era in pericolo e che comunque rischiava di arrivare troppo tardi, è entrato nell’appartamento, arredato con mobili anonimi, probabilmente acquistati in un centro commerciale. Non c’era nessuno e la polvere lasciava intendere che da molto tempo nessuno vi fosse entrato.
Ha cercato la pietra gialla, fino a trovarla, dietro la cassettiera del letto. L’ha spostata, con fatica. Un quarto d’ora dopo ha lasciato l’appartamento, coprendosi il volto con una sciarpa, come aveva fatto anche al suo arrivo, per non essere riconoscibile nelle immagini delle telecamere di sorveglianza lungo la strada. Un’ora dopo alcuni uomini sono entrati nell’appartamento, ma hanno capito che ormai era troppo tardi. Dieci anni dopo il giovane carabiniere è divenuto generale dell’Arma. In questo momento le telecamere delle tv di tutto il mondo lo stanno inquadrando, sta parlando a una piazza gremita di cittadini che lo acclamano. Ha appena disposto l’arresto di tutti i componenti del governo e ha avocato a sé le cariche di presidente del Consiglio e di presidente della Repubblica. Sorride, alza le mani chiedendo ai cittadini di ascoltarlo, sul leggio c’è una piccola pietra gialla, ma nessuno la nota.