Forse qualcuno si ricorderà la presenza, sullo sfondo dei Giochi Olimpici di Pechino 2008, di un enorme edificio dalla forma squadrata, una sorta di anello spigoloso e continuo che varia ripetutamente sezione, esplorando le tre direzioni dello spazio.
Il risultato estetico è mozzafiato, l’inesperto osservatore si domanderà subito come stia in piedi una struttura del genere, incoerente e allo stesso tempo di una coerenza estrema come molte delle opere del suo progettista: Rem Koolhaas. Pochi come l’architetto olandese sono in grado di giocare con le forme e giustapporre pieni e vuoti modulando opere così innovative.
Un’architettura filmica, come viene definita dagli esperti per via del suo carattere scenografico, esattamente come nel caso dell’edificio citato, sorto in appena tre anni nella capitale cinese per ospitare la sede della televisione di stato, la CCTV, in vista delle Olimpiadi.
L’idea di fondo è quella di due torri “pendenti” a forma di L rovesciata che si incontrano sulla sommità congiungendo i loro aggetti e creando un ponte. Anche le basi sono collegate da un’altra L, simmetrica a quella che si incontra ai 234 metri di altezza della struttura. Il risultato è un edificio che dà un senso di spigolosa continuità, una sfida strutturale estrema vinta due volte da Koolhaas, considerando anche che sorge in zona sismica.