Ecovillaggio, il quartiere vicino Modena che non spreca acqua
14 Luglio 2022Alle porte di Modena è nato l’Ecovillaggio, un ecoquartiere residenziale amico della natura e dell’acqua. Esso, infatti, contribuisce a rifornire costantemente la falda acquifera, evitando sprechi e dispersioni del prezioso bene comune, in quest’epoca di cambiamenti climatici.
L’Ecovillaggio sorge a Montale, frazione di Castelnuovo Rangone, a pochi chilometri dalla città emiliana. Le scelte urbanistiche abbracciano interamente la filosofia anti-spreco, con un’attenzione alle risorse ambientali e in particolare il ciclo dell’acqua. Si va dal Water Park, il parco resiliente, capace di resistere ai nubifragi alla raccolta dell’acqua dai tetti, all’installazione dei frangigetto nei rubinetti delle case ecologiche. Tutto ciò conduce verso un uso e consumo più responsabile delle risorse idriche.
Spiega l’imprenditrice Silvia Pini, ideatrice dell’Ecovillaggio: “Il nostro impegno continuo è efficientare l’utilizzo di ogni elemento di architettura a beneficio sia dell’uomo sia dell’ambiente, per ristabilire tra loro un nuovo equilibrio. Ecovillaggio è resiliente ai cambiamenti climatici grazie a un lavoro e uno studio multidisciplinare applicato in tutte le fasi della progettazione. In caso di nubifragi o alluvioni, fenomeni sempre più frequenti, l’acqua non si disperde ma viene raccolta in falda. Da qui si utilizza poi nei periodi più siccitosi al fine di irrigare le essenze, che a loro volta provvedono al disinquinamento e alla regolazione del microclima. Questo sistema di conservazione dell’acqua evita danni come allagamenti e non alimenta rischi idrogeologici”.
Ecovillaggio di Montale: come funziona
Il ciclo dell’acqua è alla base del progetto urbanistico dell’Ecovillaggio e avviene in tre fasi: raccolta, conservazione e riutilizzo. Anche le caratteristiche costruttive degli edifici ecologici disincentivano la dispersione dell’acqua. All’interno delle abitazioni, ad esempio, l’applicazione del frangigetto ai rubinetti riduce il flusso dell’acqua domestica, evitando così gli sprechi.
Un altro contributo importante si lega al sistema di raccolta dell’acqua piovana dai tetti delle abitazioni nZEB (Nearly Zero Energy Building, edifici a energia quasi zero), convogliata tramite i pluviali in tubi drenanti, pozzi perdenti e fossi per percolazione e raccolta nella sottostante falda acquifera. Cioè il miglior posto dove stoccare il prezioso bene comune. Infatti l’acqua raccolta in falda viene fitodepurata e riutilizzata per scopi irrigui. E quindi per permettere alle piante e arbusti di svolgere il loro ruolo regolatore del microclima.
Oltre al parco, capace di resistere ai nubifragi, numerose e in costante aggiornamento sono le soluzioni urbanistiche che presenta l’ecoquartiere a tutela della natura e dell’acqua in particolare. Le pendenze dei percorsi ciclopedonali della zona a parco e delle aree private a giardino sono studiate per la raccolta delle acque e il loro convogliamento in falda. I parcheggi a prato hanno la duplice funzione di dissipazione delle onde di calore e il drenaggio delle acque piovane nella falda. Infine, le pavimentazioni realizzate con autobloccanti drenanti al 100% consentono l’assorbimento dell’acqua piovana e la conservazione nella falda.
Anche in futuro l’ecoquartiere continuerà a lavorare in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030, contribuendo al raggiungimento di alcuni global goals.
Foto fornite da Ufficio Stampa AD Communications Piera Pastore