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“Geometrie nomadi” di Ferri e Scolaro a Reggio Emilia


data: dal 6 giugno al 29 settembre 2024

luogo: Casa di Cura Villa Verde (Viale Lelio Basso 1), Reggio Emilia

orario: n.d.

Geometrie nomadi, progetto artistico di Michele Ferri e Domenico Scolaro, trova spazio dal 6 giugno al 29 settembre 2024 a Reggio Emilia presso la Casa di Cura Villa Verde, in collaborazione con l’associazione culturale Gommapane Lab.

Spiegano le curatrici Gaia Bertani e Nicla Ferrari: «C’è un sottile filo conduttore tra le ricerche dei due artisti che, pur con linguaggi formalmente distanti e contenuti apparentemente divergenti, si collocano in una dimensione concettuale servendosi di simbolismi e geometrie per comunicare movimento, evoluzione e crescita. Scolaro, attraverso Esodo, opera materiale e statica, richiama ad un percorso di evoluzione dell’umanità; Ferri, nei suoi Paesaggi filosofici, indaga il concetto di casa come “bagaglio intimo”, perché la nostra casa siamo noi».

Geometrie nomadi: l’arte di Michele Ferri

Michele Ferri indaga le forme del paesaggio, esponendo all’interno di Villa Verde una decina di dipinti. Le sue opere colpiscono per la raffinatezza della composizione, che si avvale di diverse tecniche e linguaggi. Forme essenziali offrono all’osservatore possibili chiavi di lettura, mentre le campiture pittoriche, gli inserti a collage e alcuni segni grafici ricorrenti, che costituiscono il suo personale alfabeto, lo conducono nell’immaginario dell’artista.

Case, alberi, nuvole e ruote sono gli elementi fondanti di un mondo pregno di memorie, che sembra alludere all’infanzia intesa come punto di partenza per un viaggio in un la “casa” non è più materia statica, ma quel bagaglio intimo che ci portiamo dietro nelle nostre vite nomadi.

Geometri nomadi: l’arte di Domenico Scolaro

Domenico Scolaro presenta, nel parco di Villa Verde, l’installazione Esodo. Una struttura in acciaio corten dalle linee essenziali e sinuose, che evocano un cammino leggermente in salita, punteggiato da scalini e dislivelli. La pulizia delle linee e la razionalità della geometria collocano l’opera in una dimensione materiale e spirituale al tempo stesso; la struttura sembra uscire dalla terra, culla e genitrice, offrendo un punto di partenza per una migrazione che conduce verso coscienza e sapere.

Se l’opera è intrappolata in un aspetto marcatamente materiale, è evidente il suo valore simbolico, accentuato dalla fenditura nella parte più elevata. Un passaggio di luce che diventa rivelazione e meta da raggiungere. La specie umana dovrà trovare nuove strategie di condivisione e, solo muovendosi assieme, farsi strada.

Immagini fornite da Ufficio Stampa CSArt – Chiara Serri

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