Intervista ad Alban Guillon. “Il Visitatore”, il teatro e la passione per l’arte

7 Aprile 2018

Alban Guillon, Lo Sconosciuto (ormai ternano a tutti gli effetti) che arriva dalla Francia con la passione per il teatro.

 

Tra qualche giorno il teatro “Il Piccolo” di Terni ospiterà lo spettacolo “Il visitatore” di Eric-Emmanuel Schmitt nella lettura di Alban Guillon che, insieme a un nutrito gruppo di artisti della nostra città, ha deciso di mettersi alla prova con un testo complesso ed attuale di un autore contemporaneo francese.

Abbiamo avuto la possibilità di farci raccontare il progetto, dalla sua nascita e fin dentro le trame delle peripezie necessarie alla messinscena, direttamente da Alban Guillon.
Alban nella nostra provincia è ben conosciuto: sempre pronto alla collaborazione in vari ambiti artistici, attento e sensibile verso le giovani realtà del territorio, incline alla partecipazione attiva in numerosi progetti nati negli ultimi anni, questo francese coraggioso e senza freni ha saputo catturare il pubblico con le proprie capacità e conquistarsi un ruolo da protagonista in molte manifestazioni culturali locali.

 

Come sei arrivato a scegliere proprio questo testo teatrale?

La prima volta che ho visto “Le Visiteur” di Eric-Emmanuel Schmitt, quasi vent’anni fa, mi sono detto: “Un giorno, lo farò pure io!”
E, ora, eccoci!
E’ un testo teatrale che gioca così bene tra dramma e comicità da far passare un tema profondamente filosofico, come un incontro tra Freud e uno Sconosciuto che pretende essere Dio, con una facilità sconcertante!
Non a caso, sin dalla sua prima messa in scena nel 1993 a Parigi, il testo è stato osannato dalla critica e tradotto in tutto il mondo.

Hai aspettato tanto per realizzare questo tuo “sogno”. Cosa stavi aspettando o cosa ti ha portato alla vera realizzazione del tuo progetto?

Sicuramente i tempi e l’idea erano maturi!
Altrettanto certo è che sentivo un forte bisogno di far conoscere questo testo a più persone possibile, di condividerlo con altri e viverlo ancora. Per me “Il visitatore” è un regalo che faccio alla città di Terni che mi ospita ormai da ben 15 anni.
Inoltre, la collaborazione con l’associazione “Musicarte – adotta un artista” è stata una spinta fondamentale per arrivare al compimento del mio progetto.
Lavoro con questa associazione da molto tempo ed è stato assolutamente naturale cercare in essa un aiuto concreto per realizzare questo spettacolo.
In una città dove ci sono numerose compagnie (ma in cui il principale teatro è chiuso ormai da anni) mi sembrava opportuno evidenziare il fatto che l’associazionismo rappresenta ancora un valido e concreto sostegno agli artisti: dalla ricerca degli spazi per provare allo svolgimento delle pratiche burocratiche per la messinscena.
E’ una nuova strada che abbiamo deciso di percorrere insieme, nella speranza di poter costruire un vero cammino costellato di altri appuntamenti e altri progetti simili a questo.

Cosa spinge il pubblico ancora oggi a scegliere il teatro e non il cinema?

In realtà, dopo più di 100 anni di cinema, ci si potrebbe chiedere come faccia il teatro a sopravvivere ancora!
Le risate, i pianti, le emozioni vissute in teatro sono fortissime e non sono paragonabili a quelle della sala cinematografica. In teatro, tra gli attori e il pubblico, si crea una simbiosi unica che non ha eguali davanti ad uno schermo!
A pensarci, però, fare uno spettacolo dal vivo è una vera impresa, sia per i costi che per la parte burocratica da affrontare e ciò si ripercuote sul costo del biglietto, spesso proibitivo per molti.
Per questo ci tengo che il biglietto per vedere “Il visitatore” sia a offerta libera!
Voglio che gli spettatori abbiano la possibilità di vederlo anche due volte, se hanno apprezzato la nostra lettura del testo di Schmitt.

Parlaci del tuo gruppo di lavoro, infine.

Una volta lanciata l’idea, Francesco Locci non ha avuto nemmeno un tentennamento e ha assunto la direzione artistica del progetto. Locci è un personaggio amato dal suo pubblico e “consumato” nei più svariati ruoli, sul palco e dietro le quinte.
Accanto a me, che vesto i panni de “Lo Sconosciuto” si muovono altri tre personaggi: “Freud” interpretato da Vincenzo Policreti, “Anna” che ha il bel volto di Costanza Farroni e “Il Nazista“, interpretato da Giovanni Giacomini.
Ma non finisce mica qui, perché uno spettacolo ha bisogno di tanto altro lavoro e di tanti altri professionisti e appassionati pronti a investirci.
Perciò, come non citare Giorgia Sciannameo, irrinunciabile assistente alla regia, o Daniel Pisanu con cui ho diviso la progettazione e la realizzazione delle scene, o Simone Alicata che ha composto delle musiche originali per questo progetto?