Quintessence: arte e scienza ai Laboratori del Gran Sasso
2 Novembre 2022Arte e scienza ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso ad Assergi (AQ) con Quintessence, un’installazione permanente realizzata all’interno degli stessi da Enrico Magnani, artista visivo con un passato da ricercatore scientifico. L’opera si propone di sviluppare e promuovere l’interazione tra scienza e arte per una nuova visione e comprensione dell’universo.
Magnani, che ha esposto le sue opere in numerosi musei, fondazioni, gallerie private e istituzioni sia negli Stati Uniti che in Europa, tra cui il CERN di Ginevra, intende facilitare attraverso la pratica artistica l’accesso a concetti complessi, trasposti in forme immediate e comprensibili a tutti. E allo stesso tempo valorizzare l’intuizione come chiave per avanzare nell’ignoto.
Quintessence si configura come una rappresentazione artistica della fisica astro particellare. Supernove, materia oscura e Neutrini, alcuni fra i temi più attuali e affascinanti della cosmologia e della fisica contemporanea, sono oggetto di ricerca dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso (diretti da Ezio Previtali e appartenenti all’Instituto Nazionale di Fisica Nucleare) e vengono qui interpretati da Magnani tramite il linguaggio creativo e intuitivo dell’arte.
L’installazione è accessibile gratuitamente al pubblico. Informazioni e modalità di prenotazione sono da richiedere all’indirizzo info@lngs.infn.it.
Quintessence: l’installazione di Enrico Magnani
L’opera si sviluppa su cinque pareti della Divisione Ricerca. Quattro di esse, dalle dimensioni di 5 metri per 2 ospitano altrettante installazioni dedicate agli elementi della tradizione ellenica (aria, acqua, terra, fuoco). E in parallelo alle quattro forze fondamentali che governano l’universo (gravitazionale, elettromagnetica, nucleare debole, nucleare forte). La quinta parete, di forma irregolare, ospita un’installazione circolare di tre metri di diametro dedicata alla materia oscura (Dark Matter). Un’icona e al tempo stesso un augurio da parte dell’artista alla soluzione di questo grande mistero cosmico e all’unificazione delle forze fondamentali.
Per la realizzazione di Quintessence, l’artista ha sfruttato gli effetti della fluidodinamica, senza toccare l’opera con mani, con pennelli o altri strumenti. Questa originale tecnica si ispira e tenta di riprodurre, con tutti i limiti del caso, la dinamica delle esplosioni stellari. Le opere della serie Dark Matter, in aggiunta, contengono uno sfondo creato con un pigmento fosforescente che al buio emette luce giallo-verde. Tale luce filtra attraverso le forme create dal pigmento tradizionale, producendo così, a livello ottico, una nuova opera d’arte completamente diversa dalla precedente.
Spiega l’artista nato nel 1972 a Castelnuovo Monti (RE): “Spegnendo la luce vedi qualcosa di nuovo di cui non avevi idea. Ho trovato l’analogia con la materia oscura molto pertinente: la materia fosforescente è presente nell’opera, ma non la percepiamo usando la luce, abbiamo bisogno del buio; dobbiamo cambiare il paradigma. Anche noi siamo circondati dalla materia oscura che però non vediamo: toccherà alla scienza trovare lo strumento e quelle condizioni che ci permetteranno di individuarla utilizzando un modo nuovo di guardare il mondo“.
Foto fornite da Ufficio Stampa CSArt – Comunicazione per l’arte