“Archiviaggiando” per il mondo è possibile, una volta atterrati, ritrovarsi già in una valida attrazione turistica locale: il terminal dell’aeroporto. A partire dal 1962 con il JFK di New York, coperto dall’iconico guscio cementizio disegnato dal finlandese Eero Saarinen, sempre più progettisti si sono specializzati nella realizzazione di queste immense cattedrali moderne.
Avevamo già parlato dell’aeroporto galleggiante Kensai di Osaka, progettato da Renzo Piano e inaugurato nel 1994. Oggi gli scali più avveniristici del pianeta si trovano in Cina (imperdibile quello di Shenzen) e Medio Oriente (Dubai e, soprattutto, Abu Dhabi) nei quali, una volta giunti, sembra di essere atterrati nel futuro. Anche in Europa però esempi pregevoli non mancano: dal Kloten di Zurigo allo Schiphol di Amsterdam, dal Pulkovo di San Pietroburgo al Barajas di Madrid.
E non è detto che la grandezza sia un fattore indispensabile: una “chicca” è rappresentata ad esempio dal Queen Tamar di Mestia (nella foto), piccola città della Georgia sperduta nel Caucaso: un minuscolo edificio costruito in tre mesi nel 2010 che serve una pista di appena 1200 metri. La struttura raccoglie tutti i servizi in appena 250 metri quadrati, distribuiti su una pianta a “Y” che si impenna a un’estremità, dove si trova la torre di controllo.