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Archiviaggiando – Le vele ammainate

29 Giugno 2016

Se Roma dovesse ospitare i giochi olimpici del 2024, l’unico nuovo lascito alla città sarebbero le famigerate “vele” di Calatrava, in quanto la candidatura capitolina punta a riqualificare impianti esistenti (Stadio Olimpico, Flaminio o PalaEur, per citarne alcuni) piuttosto che alla proliferazione di nuove e  insostenibili “cattedrali”.

Inizialmente voluti per i mondiali di nuoto del 2009 con un costo preventivato di 60 milioni di euro, i palazzetti (due conchiglie simmetriche progettate dallo spagnolo Santiago Calatrava, alte 75 metri e in grado di ospitare rispettivamente 9.000 e 4.000 spettatori) erano parte del progetto Città dello Sport, un’estesa area ludica che si sarebbe dovuta unire con il campus universitario di Tor Vergata.

Peccato che, grazie a politici e imprenditori poco lungimiranti (o molto, a seconda dei punti di vista…), i costi siano decuplicati e il progetto naufragato. Oggi chi percorre la bretella che unisce il Grande Raccordo Anulare all’A1, non può non scorgere lo scheletro di uno dei due gusci, costati sin qui 200 milioni e la cui demolizione ne richiederebbe altrettanti.

Il cantiere è stato per anni tra i più interessanti e visitati da studenti di architettura e ingegneria, ma senza finanziamenti speciali è destinato a rimanere l’ennesimo simbolo degli sprechi e delle occasioni mancate dell’Italia.

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