Oggi voglio parlarvi di una serie tv che ha fatto molto discutere, The New Pope. Per chi non avesse avuto il piacere di godersi questo capolavoro di Paolo Sorrentino, cercherò di evitare spoiler, concentrando la mia e la vostra attenzione su un solo personaggio, in apparenza secondario: Esther.
Esther – interpretata da Ludivine Sagnier – è una donna devota, sposata e in attesa di un bambino miracoloso nella prima serie, prostituta nella seconda. Ma andiamo per gradi, provando a descrivere la parabola di questa donna sfortunata. Nella prima puntata della seconda stagione scopriamo che è stata abbandonata dal marito. Si affida alla Chiesa in cerca di salvezza, ma finisce per diventare lo sfogo sessuale di un giovane parroco obeso. E, soprattutto, di un uomo che dice di amarla e invece la vende al miglior offerente.
Il salto di qualità arriva quando le arriva la proposta di allietare un ragazzo gravemente disabile, figlio di una donna molto ricca. Dopo il terrore iniziale e il senso di umiliazione, nasce in lei un sentimento vero e sincero verso quel giovane sfortunato. Gli incontri diventano assidui e ben presto Esther finisce per vivere il suo ruolo di amante a pagamento come una missione, tanto da rinunciare al compenso quando la vetusta signora decide di spezzare quel legame, temendo proprio che quel rapporto andasse oltre il puro meretricio.
Diventa necessario introdurre a questo punto il tema dell’assistente sessuale. Una figura poco conosciuta in Italia che meriterebbe pagine e pagine per illustrarne tutte le sfaccettature. Lo spazio non mi permette di darne una definizione efficac. Rischierei di offrire una immagine parziale e sicuramente lontana dalla bellezza di questo ruolo: pertanto vi rimando a letture più complete sul sito dedicato alla tematica dei lovegiver ed al libro LoveAbility. Vi lascio con una piccola riflessione, tutti, e sottolineo tutti, hanno diritto a una sana sessualità, affettività e corporeità.
Foto tratta da Imdb.com