Innata capacità. Predisposizione naturale. Genialità. È difficile condensare e riunire in un’unica definizione le molteplici sfaccettature del talento, incontenibile, come la sua stessa essenza, in un contenitore singolo e stereotipato. La mission che si prefigge Medioera, dunque, è di quelle impossible e, proprio per questo, a elevato tasso di coinvolgimento. La prossima edizione del festival di cultura digitale (Viterbo, 23-26 marzo 2017) ha infatti come tema principale proprio il Talento, nelle sue infinite declinazioni.
Nell’antichità il talento rappresentava un’unità di peso e insieme una somma di denaro: un talento, ad Atene, corrispondeva a più di venti chili d’argento. Ai giorni nostri la concezione si è notevolmente evoluta, mantenendo però intatto il suo significato associato al valore. Il talento costituisce, in definitiva, una ricchezza che bisogna sapere riconoscere e trasformare in valore con l’impiego nella vita di tutti i giorni, è quel quid che rende speciali anche e, soprattutto, le persone normali. Perché il talento, la geniale intuizione che ci differenzia gli uni dagli altri, alberga in ognuno di noi, basta saperla interpretare e coltivare, magari con l’aiuto di un “tutor 2.0” come quelli che si susseguiranno a Medioera.
Esperti, visual designer, instagramer: ognuno porterà la sua esperienza talentuosa e la racconterà nella sua straordinaria dimensione dell’ordinario perché la consapevolezza che emerge, dopo un percorso di coaching o un bilancio delle competenze, spesso permette ad ognuno di riscoprire le proprie capacità specifiche, le diverse qualità e le molte risorse interiori.
Ecco quindi che essere una persona di talento significa anche essere coraggioso perché non è sufficiente avere delle capacità ma serve anche il coraggio di esprimerle. Non basta avere idee ma bisogna comunicarle, provare ad emergere, rischiare e, perché no, anche coinvolgere altre persone nei propri progetti. Essere oggi una persona di talento significa avere il coraggio di esplorare nuove strade: le proprie. Perché, come diceva Ludwig Wittgenstein, “il talento è una fonte da cui sgorga acqua sempre nuova. Ma questa fonte perde ogni valore se non se ne fa il giusto uso”.
A cura dello staff di Medioera
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