Gli anni passano e i movimenti anti-social aumentano. Sempre più persone vogliono disconnettersi dai social. Perché? Non so se sarei pronto a vedere meno “buoongiooornisssimo kaffèèèeeee!?!?!?!!!” scorrendo i post.
I social scandiscono i ritmi delle nostre giornate. Consentono di comunicare senza problemi di distanza, di condividere scatti e pensieri, di accedere a un’infinità di contenuti in modo immediato. E per molti, sono fonte di guadagno. Immaginare una vita senza social network è già diventato, nel 2021, qualcosa che per chi ne fa uso costante somiglia a un incubo, se non a un trauma. E se, di punto in bianco, ti togliessero, tutti i tuoi contatti? Puff! Spariti i followers, i like, le immagini che hai postato e magari non hai mai pensato a salvare in una cartella privata.
Il commento di quel/la tipo/a che ti piace, la foto con tuo nonno, la registrazione in un posto che ami. Adios. Cosa faresti?
Al netto di tutte le teorie sulla dipendenza da social network (che abbiamo trattato in questo articolo), i messaggi anti-social e le proteste contro l’invasione e l’overdose da social network si moltiplicano. Si va da video virali parecchio efficaci (da Look Up, visto da oltre 40 milioni di persone su YouTube ad AntiSocial Network, passando per You Need to Get Off Facebook) alle proteste che trovano voce e cassa di risonanza nelle celebrità.
Ad esempio, Kate Winslet ha fatto delle schiette dichiarazioni pubbliche anti-social. I social network sono banditi da casa sua per il loro “impatto enorme sull’autostima delle ragazze”. Disturbi di alimentazione, insicurezze, crepe nell’autostima, voglia di modellarsi a tutti i costi secondo il conformismo iconografico di chi ti dice come dev’essere una posa sexy per un selfie: tutti pericoli da evitare. “Ma lasciate che i vostri figli si arrampichino sugli alberi, piuttosto – ha detto l’attrice – giocate con loro a Monopoli! Ne ho abbastanza di entrare nei caffè e vedere adulti da una parte del tavolo e bambini dall’altra con le mani piene di aggeggi”, riferendosi a smartphone e tablet.
Oppure, la creazione di movimenti al grido #deleteFacebook o #boycottFacebook. E per finire, l’uscita della modella 18enne australiana Essena O’Neill. Con quasi 600mila seguaci su Instagram, e oltre 250mila su YouTube, ha deciso di cancellare nel 2015 oltre duemila foto e scrivere sulle rimanenti delle didascalie in cui smascherare, scatto per scatto, tutta la falsità, la pressione esterna e la depressione dietro una sua posa. Soprattutto quelle più sensuali che, si sa, sui social “tirano” di più: “I social media non sono reali. Ho capito di aver passato gran parte della mia adolescenza dipendendo dall’approvazione altrui“. Anche se poi lo scorso anno è ritornata su Instagram con tutto un’altro stile di comunicazione e consapevolezza.
Un altro spunto interessante è quello che è ho visto giorni fa sul canale Sky Documentaries. Facevo zapping e mi sono imbattuto in documentario dal titolo Fake influencer. In pratica viene spiegato un esperimento sociale in cui un gruppo di sociologi prende alcuni ragazzi per farli diventare dei finti influencer. Vi consiglio di vederlo per comprendere quanto le persone in questa società siano disposte a pagare per un briciolo di notorietà. Ferrari affittate per un’ora, fittizi soggiorni in hotel a cinque stelle, viaggi mai fatti. Ma non è finita qui e non voglio fare spoiler.
Torniamo a noi. Alla domanda fatta nel titolo “Senza social tu ce la faresti?” Io, personalmente, no. Ti spiego. Per me sono utilissimi per informarmi, imparare e tenermi aggiornato con le persone a me care. Condividere seppur in lontananza momenti con gli amici. Sinceramente, sarebbe durissima. Aggiungo, però, che io riesco a controllare la mia dipendenza dandomi regole del tipo: non usare il cellulare a tavola, nei meeting e via dicendo.
Se te lo stai chiedendo, sì, ce l’abbiamo tutti la dipendenza da social e smartphone. Chi più, chi meno. Se ci dovesse essere bisogno, me ne priverò. E tu invece?
(alcuni spunti per questo articolo sono stati tratti da qui)