A differenza degli altri anni, quando, saltavo da un panettone a un pandoro con una certa leggerezza e tranquillità, sicura di trovare quella nuvola di vaniglia, arancia candita e uvetta, quest’anno i sapori d’Abruzzo sono stati i protagonisti, grazie a una cara amica che ha deciso di regalarmi una parte della sua amata terra da mettere in tavola, prima di andare a trovarla.
In questo profumato vassoio di dolci ho trovato: pizzelle o ferratelle, mostaccioli e bocconotti abruzzesi. Le pizzelle o ferratelle sono dolci tradizionali delle feste di Natale. Di solito sono rettangolari, ma possono essere anche tondeggianti o avere una forma a ventaglio.
Sono delle cialde con una tipica forma retata e a base di pasta da biscotto. Si possono gustare da sole accompagnandole con un caffè, ma diventano sicuramente più golose con la loro farcitura che può variare a seconda del gusto. Quella tradizionale è la confettura d’uva. Prendono la forma reticolata dopo essere state cotte “ne lu ferre”. Uno strumento apposito tradizionale e talmente pregiato da far parte del corredo delle spose e che, naturalmente, si è modernizzato.
Sapori d’Abruzzo: i mostaccioli
Anche i mostaccioli (nella prima foto in alto) vengono preparati per le festività natalizie, ma si trovano nelle pasticcerie tutto l’anno. Sono degli squisiti biscotti, di forma romboidale, ricoperti di cioccolato con un interno particolarmente morbido.
In realtà, sono tipici di molte regioni italiane con le dovute differenziazioni e la loro origine pare faccia riferimento all’epoca romana, più precisamente ai dolci a base di mosto.
Quelli abruzzesi si distinguono dai mostaccioli delle altre regioni proprio per il fatto che sembrano essere i più vicini ai dolci antichi originali a base di miele e mosto.
Sapori d’Abruzzo: i bocconotti
I bocconotti sono dolci di pasta frolla dal ripieno super goloso, la cui ricetta si tramanda di famiglia in famiglia. Si pensa che risalgano al Settecento, per il fatto che per il loro ripieno si utilizzava caffè e cioccolato, ingredienti che proprio in quel periodo iniziarono ad essere importati e utilizzati in Abruzzo. Il nome deriva dal fatto che originariamente la loro dimensione era più piccola e potevano essere mangiati in un sol boccone.
Per quanto riguarda la loro origine, anche se non esistono fonti storiche accreditate, si racconta che vennero chiamati così dalla contadina di Castel Frentano (CH) che li inventò un giorno per preparare un dolce nuovo per il suo padrone. Utilizzando semplice pasta frolla, creò un dolce a forma di tazzina riempiendolo al suo interno con caffè e cioccolato che rese meno liquidi aggiungendo l’uovo. Dopo aver ricoperto la tazzina con un coperchio, sempre di pasta frolla, fece assaggiare il dolce al padrone che lo divorò in un sol boccone.
In passato si cuocevano in casa, sul focolare, utilizzando appositi stampi in rame. Ne esistono, naturalmente, diverse varianti e ricette custodite gelosamente. Quella classica vede preparare il ripieno con la “scrucchiata”, la pregiata confettura d’uva di Montepulciano, a cui si aggiungono, poi, mandorle tritate, cioccolato, cannella e scorza di limone per aromatizzare il tutto. Inutile dire che nella mia personale classifica, al momento, sono al primo posto i bocconotti. Ma prima del verdetto finale aspetto di assaggiarli in Abruzzo molto presto.
Prima foto in alto: i mostaccioli / tratta da Ricette-bimby.com via Google.