Immagina di essere un bartender della Beverly Hills degli anni Trenta e di dover servire un drink alla famosissima attrice bambina Shirley Temple. Nasce così il primo “mocktail” della storia: l’intramontabile “Shirley Temple”!
Dal mix tra mock, cioè “imitazione”, e cocktail, i mocktail sono i “cocktail senza alcol” che hanno fatto molta strada da quando i bartender americani li distinguevano semplicemente usando la parola “Virgin” davanti ai nomi dei classici cocktail.
Negli ultimi due anni bere mocktail si è trasformato da interessante trend di mercato a fenomeno in piena crescita, con una previsione di sviluppo entro il 2024, secondo Bacardi, a 500 milioni di dollari.
Basta con il ghiaccio e la granatina!
Nei mixology bar i mocktail non sono più relegati alle ultime pagine delle drink list, ma sono diventati elementi fondamentali per creare un’offerta di tendenza. Dimentichiamoci, però, i bibitoni di succhi di frutta, ghiaccio e granatina: i mocktail sono dei veri e propri miscelati, nati dal mixology in chiave “alcool free”, in cui l’attenzione si concentra su estetica, qualità ed equilibrio degli ingredienti.
Le ricette sono studiate per seguire le stagioni o il momento della giornata. Per i mocktail c’è spazio nel classico aperitivo e nel dopocena, ma anche durante i lunch di lavoro e i brunch, un tempo off limits per i professionisti del bancone. La ricerca degli ingredienti e del loro equilibrio permettono, secondo Domenico Carella del Cocktail Bistrot di Milano, la creazione di abbinamenti raffinati tra drink analcolici e piatti, per dare al cliente un’esperienza sensoriale completa.
Per Mario Farulla del mixology bar dell’Hotel Chapter di Roma, la creazione di questi drink può risultare molto più complessa rispetto a un classico cocktail. Si può, ad esempio, distillare un cocktail come il Paloma e utilizzarlo come base per costruire un drink analcolico, che abbia le stesse note gustative senza il grado alcolico.
Verdure, spezie, frutta fresca, insieme alle acque frizzanti e alle sode, che con le loro bollicine rendono i drink particolarmente piacevoli e dissetanti, sono gli ingredienti preferiti dei barman per creare i loro mocktail.
Mocktail: un successo che sa di libertà
Anthony Poncier, ideatore della classifica Top 500 Bars, dieci anni fa era perplesso nell’assistere all’inserimento di mocktail nell’offerta dei migliori cocktail bar del mondo. Ma oggi li considera assolutamente coerenti con l’essenza stessa dei bar, che devono essere luoghi di svago, dove tutti possono trovare il proprio drink.
Lo conferma anche Francesco Galdi, capo del beverage program del gruppo Buddha Bar a Dubai, dichiarando che tra i cinque cocktail più venduti dalla sua azienda, tre sono analcolici. Oggi i mocktail sono molto apprezzati perché permettono di bere bene e alla moda anche a chi per motivi salutistici o religiosi desidera eliminare o limitare il proprio consumo di alcol, senza vivere la propria scelta come un limite.
Prima foto in alto: rirri / Unsplash