Sono arrivata a Rivesaltes in un tardo pomeriggio di agosto e ho trovato una piazza vuota. Il mio sogno si stava realizzando, trovare la quiete in alta stagione.
Rivesaltes si trova nel cuore del Rousillon, è una città circondata da vigneti di muscat, tra le coste catalane e i Pirenei, una meta perfetta per chi ama unire lunghe passeggiate in mezzo alla natura con bagni di salsedine e vino al tramonto.
In quei tre giorni di permanenza lì, la mia casa è stata “La maison d’Antoine”. Una dimora che risale alla fine del XIX secolo restaurata dalla famiglia che, oltre ad offrire camere per gli ospiti, continua ad abitarci.
Il portone di ingresso in legno massiccio e di colore nero si affaccia sulla piazza principale del paese, non è facile da notare, si pensa subito di aver sbagliato indirizzo perché non ci sono insegne. È tutto sussurrato in questo piccolo paese sospeso.
La maison d’Antoine di Rivesaltes, quando gli arredi raccontano storie
Entrando in questa maison mi sono sentita dentro una rivista di arredamento, uno stile non facile da definire ma bellissimo in ogni sfumatura. Ho sempre amato la case che riescono a raccontare la loro storia attraverso gli oggetti, i punti luce, la scelta dei materiali, le tonalità di colore e i tessuti. Trovare un equilibrio armonioso tra tutto questo non è affatto facile, soprattutto quando ci sono così tanti spazi da arredare come in questo caso. A volte si tende sempre ad esagerare creando tanta confusione e perdendo l’essenza dei luoghi, ma non è questo il caso.
Superato l’ingresso si arriva al piccolo atelier de couture della signora dove rammenda vecchi tessuti che utilizza per arredare. L’atelier, la cucina e la sala da pranzo si affacciano nel giardino dove viene servita la colazione. La cucina è circondata da credenze piene di porcellane antiche e damigiane in vetro che puntualmente mi incantavo a guardare ogni giorno. La scalinata buia che porta ai piani superiori si apre su un corridoio pieno di luce. Ci sono solo tre camere, la mia chambre côté promenade al terzo piano, è la più luminosa e spaziosa.
Pain Perdu: un dolce in perfetto stile francese
La colazione viene servita in giardino nel periodo estivo e in sala da pranzo nel periodo invernale. Ogni giorno una colazione diversa preparata dalla signora che porta in tavola rigorosamente prodotti freschi acquistati al mercato. La cosa che ho amato di più è stato il Pain perdu.
Pain perdu in francese vuol dire pane perduto, perché l’idea è quella di utilizzare un pane che altrimenti andrebbe perso: è la versione francese del famoso french toast americano.
Per prepararlo basta immergere delle fette di pane, meglio se raffermo, in un mix di latte e uova sbattute. Una volta ammorbidito, il pane si cuoce in padella con una noce di burro e si spolverizza con lo zucchero semolato o zucchero a velo.
Si può accompagnare con una buona confettura o crema di nocciole; nel mio caso è stato servito con delle fette di fico fresco e arricchito con gocce di fiori d’arancio. Un dolce delicato ed elegante in perfetto stile francese.
Foto di copertina: Kimberly Vardeman