Tra le calli veneziane si snodano decine di fastosi palazzi storici, alcuni dei quali adibiti a hotel di lusso, altri ad abitazioni private, altri ancora trasformati in musei. Il 9 marzo 2022 ha riaperto, dopo un lungo restauro, il Museo Fortuny, rimasto parzialmente danneggiato dopo l’Acqua Grande del 2019.
Palazzo Pesaro, sede del museo, risale al Quattrocento e risalta per la sua imponenza. Nel corso dei secoli, però, è stato smembrato e suddiviso in appartamenti privati, sedi di associazioni, scuole di musica, laboratori di stampa. Quando Mariano Fortuny, attratto dalla sua bellezza architettonica, entrò per la prima volta nel palazzo, quest’ultimo versava in uno stato di degrado e decadenza.
All’inizio ricavò il suo studio nel sottotetto. Poi, nel corso degli anni, acquisì tutte le proprietà e fu così che iniziò l’opera di recupero dell’edificio. Liberò gli appartamenti, riadattò le stanze, fece cadere tramezzi e sovrastrutture, riportando equilibrio e proporzione.
Mariano Fortuny y Madrazo: chi era
Ma chi era Mariano Fortuny y Madrazo? Un poliedrico artista di origine spagnola, nato nel 1871 e morto nel 1949. Era pittore, stilista, scenografo, designer. Iniziò i suoi studi artistici a Parigi e ben presto si inserisce nel gran mondo della capitale francese. A diciotto anni si trasferisce a Venezia, dove frequenta circoli accademici e cenacoli artistici internazionali. Tra le sue conoscenze spiccano Gabriele D’Annunzio, Ugo Ojetti, Eleonora Duse, la marchesa Casati e il principe Fritz Hohenlohe-Waldenburg.
Affascinato dalla musica di Wagner, sposta il suo interesse dalla pittura alla scenografia e all’illuminotecnica. Sono sue alcune scene e costumi del 1900 realizzati per il Tristano e Isotta alla scala di Milano. Ed è qui che prende vita l’idea della “cupola“, cioè quel sistema che libererà le scene dalle rigide impostazioni tradizionali in virtù di una luce indiretta e diffusa. Tra il 1903 e il 1906 raggiunge la fama in tutta Europa con un’idea più evoluta di cupola che vede integrare la luce diffusa con proiezioni di cieli colorati e nuvole.
Fortuny tra eclettismo e creatività
La creatività di Fortuny è costantemente in cerca di nuovi stimoli. Ed è così che si dedica alla creazione di stoffe e tessuti. Con colei che diventerà sua moglie crea Delphos, l’abito da seta plissettato che lo renderà celebre in tutto il mondo. Nel 1919 a Venezia fonda la sua fabbrica di tessuti e apre boutique nelle maggiori capitali europee. I suoi progetti avveniristici nell’illuminotecnica lo portano a decorare e illuminare palazzi e musei ovunque, come pure la sua celebre cupola installata nei maggiori teatri dell’epoca.
Negli anni Trenta la sua attività si espande e inizia a produrre carta da stampa fotografica, i colori a tempera Fortuny e continuano gli interventi di illuminotecnica sui grandi cicli pittorici veneziani di Tintoretto a San Rocco e di Carpaccio a San Giorgio.
La casa-museo di Venezia vuole celebrare la memoria di Mariano Fortuny e la sua geniale e talentuosa vita. Dipinti, impianti illuminotecnici, abiti, tessuti, documenti e brevetti convivono armonicamente e mettono il risalto la creatività di una personalità così eclettica e aperta al mondo che tanto ha influenzato e continua a essere innovativa ancora oggi.