A poco più di due anni dal loro precedente lavoro, i Kubyz tornano in una nuova veste, ancor più matura e sperimentale. Da ciò vede la luce un nuovo singolo dal titolo enigmatico, Equinox, frutto di una campagna di crowdfunding andata a buon fine e di un processo creativo in continuo divenire.
Come nasce questo nuovo brano?
Equinox è il primo brano che abbiamo scritto dopo l’ingresso di Matteo, il nuovo bassista, nel progetto. Abbiamo lavorato a lungo per consolidare un nuovo sound prima di addentrarci nella scrittura di nuove tracce. Inoltre Leonardo, il precedente tastierista, ha dovuto abbandonare la band per motivi personali poco prima dell’ingresso in studio di registrazione, cosa che ci ha costretti a intraprendere una fase di riscrittura di alcune componenti del brano durante le sessioni in studio.
Cosa è cambiato, a seguito di questi mutamenti, nel vostro sound e in generale all’interno della band?
Innanzitutto è cambiato l’approccio alla scrittura dei nuovi brani. Abbiamo radicalmente stravolto il nostro modo di realizzare musica, grazie a un processo creativo che è tuttora in continuo perfezionamento. Rispetto al sound, in generale, possiamo dire che la componente synth-elettronica ha assunto un ruolo decisivo e di maggior rilievo, conferendo alle nuove tracce un suono innovativo. Inoltre, lo stile caratteristico e originale delle bass-lines di Matteo contribuisce a creare atmosfere sonore particolari e diverse da quelle dei precedenti lavori, e questo lo si può già percepire in Equinox. I nuovi brani puntano sempre più in questa direzione, allontanandosi progressivamente dal rock classicamente inteso.
Qual è il significato che si cela dietro a Equinox?
Equinox rappresenta uno sforzo creativo di sintesi dei contrari, di relazione dialettica delle contraddizioni. In questo progetto, l’ uomo è intrappolato nella morsa delle considerazioni critiche e contraddittorie, dalle quali può trovare rifugio esclusivamente nella sua autocoscienza acritica, generata e generatrice delle simbiotiche ed opposte polarità. Equinox è una metafora che rappresenta la convivenza di forze contrarie ma interdipendenti, come l’impulso creativo e quello distruttivo, che costituiscono e caratterizzano ogni essere umano.
Dal brano avete tratto un gran video. Come nasce l’idea? Chi ha collaborato con voi nella realizzazione di questo lavoro?
Il videoclip è diretto da Giacomo Spaconi e Claudia Nanni. Abbiamo scelto come protagonisti due fratelli, per sottolineare l’interdipendenza delle opposte polarità. L’idea è nata da un brainstorming svolto tra noi e i registi, dal quale è emersa l’idea di creare un vero e proprio “corto” surrealistico, volendo dare così risalto al senso delle liriche.
Cosa ci aspetta dopo l’uscita del singolo?
Il progetto Equinox prevede la pubblicazione di un’altra traccia, che abbiamo deciso di pubblicare a qualche mese di distanza dal videoclip. Nel frattempo stiamo lavorando a nuove tracce originali, che si avvicinano sempre più ad una nuova idea di fare musica. Seguiteci e scoprirete di cosa si tratta.
Dino Manoni
KUBYZ
Giacomo Buonarroti: voce, synth
Luca Nigro: chitarra
Matteo Buonarroti: basso, voce
Fabrizio Crollari: batteria
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www.kubyz.com