Vino e musica. Difficile trovare combinazione migliore, soprattutto quando si ha di fronte una band come i Soul Moscato.
Qual è stato il percorso che ha portato alla nascita della vostra band?
La band è nata nel 2015, quasi per scherzo, come collaborazione fra musicisti di lunga data. Era una band di blues nudo e crudo che comprendeva anche un armonicista. Questo abito però era diventato stretto e vecchio, perciò abbiamo cominciato a inserire brani più attuali soul e pop, assumendo la forma e il nome dei Soul Moscato.
Quali sono gli artisti ai quali vi ispirate maggiormente o che comunque influenzano la vostra musica?
Ci ispiriamo alla musica blues, funky e soul degli anni ‘60, con arrangiamenti originali e contaminati dal rock e dal jazz.
Cosa propone attualmente il vostro repertorio?
La nostra musica ha un colore black e un sapore di caffè, di fumo, di whisky, e chiaramente di vino, di un buon, dolce, inebriante Moscato. Proponiamo brani di Aretha Franklin, Amy Winehouse, Tina Turner, Janis Joplin, Etta James, Prince, anche degli U2 e di Sting, ma sempre con arrangiamenti originali. Nei nostri concerti il ritmo, le blue note, la voce che urla e geme rabbiosa o estatica, incalzano senza tregua musicisti e spettatori, creando qualcosa di molto viscerale e mistico, come accade nel gospel o nel jazz delle origini. Il nostro carattere peculiare, come dice il nostro nome, è quello dell’ebbrezza, di un “deragliamento dei sensi” prodotto dalla musica.
Oltre al discorso cover, vi state dedicando anche alla produzione di materiale originale?
Alcuni di noi hanno prodotto materiale originale, ma non come Soul Moscato. Lo faremo prossimamente.
Progetti per il futuro?
Abbiamo due o tre progetti su cui stiamo lavorando, ma per il momento non possiamo svelare troppo. Diciamo solo che riguarderanno non solo la musica, ma anche il teatro.
Dino Manoni
SOUL MOSCATO
Adriana Birelli: voce
Andrea Casali: chitarra
Carmelo Cannarella: piano Rhodes/Hammond
Peppino Perla: batteria
CONTATTI
www.facebook.com/soulmoscato