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Tom Gabel e la disforia di genere

17 Settembre 2021

Il 21 gennaio 2014 esce Transgender Dysphoria Blues, il sesto album in studio della band punk-rock Against Me!. Il gruppo nasce come progetto acustico solista di un giovane Tom Gabel, polistrumentista di talento che a dodici anni, insieme alla madre, si trasferisce a Naples, in Florida.

Non ti aspettare di trovare nelle prossime righe la storia della band. Per quella vai su Wikipedia, bro! In Transgender Dysphoria Blues c’è qualcosa di diverso: alla chitarra alla voce c’è Laura Jane Grace. Vale a dire il nuovo nome con cui, nel maggio 2012 a San Diego, Tom suona per la prima volta.

Poche settimane prima, Tom aveva dichiarato pubblicamente di essere transgender, annunciando il suo piano di cominciare la transizione di genere. “Puoi dimenticare il tuo nome, e non c’è bisogno di chiedere scusa”: recita così una frase nel disco. E Laura ha ragione: nessuno deve sentirsi in colpa se la sua identità di genere non corrisponde a quella che gli è stata assegnata.

Figlio di un maggiore dell’esercito, all’età di cinque anni Tom si rende conto che la figura che vede allo specchio non lo rappresenta in pieno. Comincia così il suo cammino verso un’adolescenza travagliata che si concluderà vent’anni dopo. Tom non è né pazzo né “frocio”, come lo etichettano alcuni suoi coetanei, ma soffre di una patologia conosciuta come disforia di genere.

Tom Gabel diventa Laura Jane Grace

L’infanzia è ormai alle spalle: Tom incide dischi, i fan ascoltano i testi con la superficialità tipica degli adolescenti, ad eccezione di uno, January Hunt. Hunt ha 15 anni quando ascolta per la prima volta Searching for a former clarity. Quello che per Tom Gabel era un modo per confessare la propria transessualità, per quel ragazzino è un’illuminazione. Quel brano gli cambia la vita, gli dà coraggio, lo convince che non c’è motivo di vergognarsi o sentirsi in colpa.

Qualche anno dopo January si presenta a un concerto degli Against Me! vestito da donna. Tom Gabel dal palco lo vede e all’improvviso capisce: non importa che abbia un cromosoma Y, un pene, che tu sia sposato. “Presentandosi così a quel concerto mi ha dimostrato quanto fossi codardo. Se lei aveva avuto il coraggio di fare coming out come trans, allora perché cazzo io non lo facevo?”, dichiara a Rolling Stone.

Tom Gabel decide finalmente di uscire allo scoperto: sarà a tutti gli effetti una donna. Due anni di terapia ormonale e psicoterapia, due anni per lavorare sul quel capolavoro, Transgender Dysphoria Blues, che racconta la storia di una prostituta transessuale. Forse il più intimo disco punk mai scritto. Due componenti della band su quattro non condividono la sua scelta e si allontanano dal gruppo, ma grazie al supporto dei veri amici Fat Mike e Dave Grohl in primis il disco esce ed è una vera e propria manata in faccia.

La voce di Laura Jane Grace è la stessa di Tom Gabel: rabbiosa, imperfetta a volte stonata, ma vera e soddisfatta. Un album tutt’altro che perfetto, un lavoro attraverso cui Laura urla in faccia al mondo il suo coraggio sperando di essere un esempio per tutti quei ragazz* che, come lei, provano quella sensazione di disagio davanti allo specchio. “Puoi dimenticare il tuo nome, e non c’è bisogno di chiedere scusa”.

Foto © Imelda Michalczyk/Redferns via TheGuardian.com