Quali sono gli accoppiamenti cromatici più strani, originali e inusuali nelle squadre di calcio italiane, nelle principali categorie?
Ci sono alcuni club i cui colori sociali sono coppie davvero inconsuete e, forse anche per questo, le loro maglie risultano particolarmente affascinanti. Vediamo alcuni casi tra i club più conosciuti.
Grigio-rosso: Cremonese
Con otto campionati in Serie A, la Cremonese è una delle “provinciali” più interessanti mai comparse sul massimo palcoscenico calcistico. Soprattutto per i suoi eleganti colori: il grigio e il rosso. Nata nel 1903 con un curioso bianco-lilla, nel corso della stagione 1913-14 si passò al grigio-rosso e le nuove casacche debuttarono in occasione di una partita amichevole con il Vicenza. Il rosso e l’argento sono due colori presenti nello stemma civico di Cremona, in cui compare la figura del braccio che regge in mano una sfera d’oro, vestito di una manica a bande rosse e argento.
Rosa-nero: Palermo
Visto il blasone della città e della squadra siciliana, il rosa-nero del Palermo è, tra le maglie “strane”, quella più conosciuta. Il significato di questi due colori è ancor più curioso. Per quanto non ci siano certezze assolute, si ritiene che la coppia derivi da un’abitudine di Joseph Whitaker, imprenditore britannico che viveva a Palermo e che fu tra i fautori della nascita del club. Whitaker era solito bere un bicchiere di rosolio in caso di vittoria e uno di amaro scuro in caso di sconfitta. Quindi rosa e nero sono il dolce e l’amaro. Un’alternanza che rispecchia un po’ la storia calcistica del Palermo.
Rosso-verde: Ternana
I colori sacri per i tifosi della Ternana sono il rosso e il verde. Essi compaiono a strisce verticali sulle divise delle “Fere”. Un binomio unico in Italia tra i club di alto livello e raro in campo internazionale. Il rosso-verde riprende i colori del Comune di Terni, il cui stemma presenta il drago alato Thyrus (simbolo della città) di colore verde su campo rosso. Noto anche come Viverna, invece è giallo sullo stemma del club. “Fere” invece è una parola che in dialetto locale significa “belve”. E “Fera” fu soprannominato l’attaccante Sergio Tonini per l’ardore agonistico con cui trascinò la Ternana in Serie C nel 1963-64.
Blu-celeste: Lecco e AlbinoLeffe
Blu e celeste sono i colori della città di Lecco e fin dal 1912 riguardano anche la gloriosa squadra della città lombarda che annovera nella sua storia una doppia partecipazione alla massima serie, nel 1960-61 e nel 1966-67, oltre a dodici stagioni in serie B, tra cui la 2023-24. Blu e celeste, declinati sulle maglie di gioco in strisce verticali che un tempo erano molto sottili in stile Spal, sono particolari in quanto due tonalità diverse dell’azzurro. Blu-celeste è anche l’AlbinoLeffe, squadra del bergamasco nata dalla fusione, nel 1998, di Albinese e Leffe. Qui la tradizione è nettamente minore, in quanto vennero adottati il blu dal bianco-blu dell’Albinese e il celeste dal bianco-celeste del Leffe.
Verde-azzurro: Feralpi Salò e Nuorese
Normalmente il verde e l’azzurro trovano pochi accostamenti, se si eccettuano almeno due squadre di calcio: la Feralpi Salò e la Nuorese. La società lombarda, nata del 2009 dall’unione di due preesistenti club, il verde-azzurro ha una tradizione molto più recente: ha origine, infatti, dalla fusione tra il verde dell’ex Feralpi Lonato e il bianco-blu del Salò. Il club sardo, la cui fondazione risale al 1930, porta i colori della città di Nuoro nel cui stemma figurano tre montagne verdi (a simboleggiare le regioni di Marghine, Ogliastra e Barbagia) e l’azzurro del cielo.
Amaranto-celeste: Rieti
Amaranto e celeste sono un accoppiamento cromatico molto diffuso in Inghilterra. Basti pensare al West Ham United, all’Aston Villa, al Burnley. Meno in Italia, dove la squadra di calcio più nota a portare questi colori è quella di Rieti, la piccola città centro geografico del paese. L’amaranto-celeste reatino, reso famoso più dalle imprese della locale squadra di basket che da quella di calcio, riprende i colori della città che fanno da sfondo ai due campi dell’emblema comunale.
Prima foto in alto: Cremonese (1993) via Wikipedia pubblico dominio