Esiste al mondo un campo di calcio, in uno stadio chiamato Zerão, in cui quando un portiere o un qualsiasi giocatore effettuano un rinvio, mandano la palla direttamente nell’altro emisfero.
Oppure: c’è un campo di calcio in cui l’arbitro, al momento del sorteggio, anziché “palla o campo?” può benissimo chiedere “palla o emisfero?”. O ancora: uno stadio in cui un centravanti può vantarsi di aver fatto gol in due emisferi diversi nel corso della stessa partita, viaggiando continuamente al di qua e al di là dell’equatore.
I modi per raccontare lo Zerão, in effetti, sono davvero infiniti.
Zerão, lo stadio del “Grande Zero”
Lo stadio in questione, dal punto di vista architettonico ed estetico, non è altro che un semplice impianto di periferia. Si chiama Estadio Milton de Souza Corrêa, per tutti Zerão. Si trova in Brasile nella città di Macapà, la capitale dello stato di Amapà nel nord del paese, non lontano dal confine con la Guyana francese.
Un centro abitato di circa 400 mila abitanti a ridosso del Rio delle Amazzoni, che vive di pesca, attività minerarie e industria della gomma. E che ha la particolarità di essere attraversato dall’equatore, la linea immaginaria che divide la Terra nell’emisfero boreale e in quello australe.
Ebbene, in questo angolo di globo, i brasiliani hanno estremizzato la loro nota passione per il calcio facendo addirittura passare l’equatore dalla linea di metà campo dello stadio cittadino. Zerão in portoghese vuol dire infatti “Grande Zero”. Perché zero è la latitudine che si registra sul parallelo più lungo del mondo.
Giocare a calcio tra un emisfero e l’altro
Così, allo Zerão, ogni volta che si gioca a calcio (l’impianto è utilizzato da diversi club del territorio), gli atleti spediscono continuamente il pallone da un emisfero all’altro.
Basta un passaggio, un rilancio, un rimpallo o semplicemente avanzare palla al piede e, come d’incanto, si va a finire nella parte settentrionale o meridionale del mondo. E se una squadra vuole fare catenaccio, non ha che da rintanarsi a nord o a sud, a seconda di qual è la sua porta.
Ciascun portiere staziona per un tempo nell’emisfero boreale. Poi, all’intervallo, dopo un tè… freddo (qui la temperatura oscilla tra i 20 e i 32 gradi tutto l’anno e l’umidità è alle stelle), valica l’equatore e si accinge a difendere i suoi pali nell’emisfero australe. O viceversa. A Macapà il calcio d’inizio viene battuto alla latitudine 0° 0’ 0”. Proprio lungo quei settanta metri circa di equatore che corrispondono alla linea mediana del campo di gioco.
Il campo alla latitudine zero
Lo Zerão può contenere diecimila spettatori. Anche loro, se si trovano in posizione non ottimale, possono sempre cambiare emisfero e guardare la partita da un’altra angolazione. Infatti, analogamente al campo, anche le tribune sono costruite a cavallo dell’equatore.
L’impianto è stato inaugurato nel 1990. Un altro aspetto curioso è la sua intitolazione. Inizialmente portava il nome del campione automobilistico Ayrton Senna, ancora in vita. Quattro anni dopo, quando Senna morì nel tragico schianto di Imola, il nome fu cambiato in Milton de Souza Corrêa. Un ex presidente della federazione calcistica locale, anche lui scomparso in seguito a un incidente stradale.
Dopo un periodo di abbandono, lo stadio ha riaperto nel 2014 dopo la ristrutturazione avvenuta grazie ai finanziamenti dei Mondiali di calcio ospitati dal Brasile. Per l’inaugurazione si disputò un’amichevole tra la nazionale under 20 verde-oro e una selezione del posto. Lo Zerão è spesso annoverato tra gli stadi più curiosi del mondo. Inoltre, si trova vicino al Monumento do Marco Zero, uno strano obelisco-meridiana in cemento il cui nome, dall’inglese Mark 0, indica la latitudine equatoriale su cui è posizionato.
La linea che unisce
Secondo alcuni, pare che la linea equatoriale non sia esattamente quella che passa per la metà campo dello Zerão. Infatti, alla fine degli anni Ottanta, il sistema geodetico in uso in Brasile sarebbe stato ancora quello obsoleto e non allineato alle coordinate internazionali, in vigore dal 1984.
Quindi c’è chi sostiene che l’equatore non corrisponda alla linea mediana del rettangolo di gioco, ma passerebbe una cinquantina di metri più in là, in corrispondenza della porta nell’emisfero sud. Ma noi preferiamo restare romantici, vero? E allora benvenuti a Macapà, nello stato di Amapà, dove anche i toponimi fanno sorridere e dove per essere felici basta spedire un pallone da un emisfero all’altro.
Lo stadio Zerão è un luogo speciale. All’inizio di una partita le squadre sono divise, non solo tra due metà campo ma, incredibilmente, tra due emisferi diversi. Però la magia del calcio e dello sport fa sì che basti appena un tocco di palla per dissolvere immediatamente, con il gesto più semplice che esista, ogni linea di demarcazione tra un mondo e l’altro.
Prima foto in alto: © Rafael Moreira/Sedel via Portal.ap.gov.br