Il chitarrista John Hurt, nacque alla fine dell’800 nel profondo sud degli Stati Uniti, dove il colore era il nero, la vita valeva meno di zero e la musica era il blues.
Lavorava duro come contadino nelle fattorie intorno ad Avalon, un piccolo villaggio rurale sperduto nel Mississippi, e nel tempo libero suonava alle feste popolari nella regione del Delta.
Tra il ’28 e il ’29 riuscì anche a incidere una manciata di brani, ma la Grande Depressione gli negò il successo, così tornò a coltivare la terra.
Sull’onda del revival della musica folk, nel 1963, il musicologo Tom Hoskins finì per scovarlo, basandosi su labili indizi: il testo di un brano di Hurt, Avalon Blues e una vecchia mappa del 1887.
Scoprì anche che all’età di settant’anni era ancora in grado di suonare alla grande.
Lo testimoniano i tre lp che fece in tempo a incidere per la Vanguard, prima di morire. Maestro di finger-picking, le sue dita impastano delta blues, folk acustico e bluegrass, dando vita ad un linguaggio limpido, arcaico e senza tempo, profondamente radicato nella tradizione.
Il chitarrista classico Segovia, dopo aver ascoltato un suo disco, dichiarò che a suonare non poteva essere una sola chitarra!
Mississippi John Hurt
The immortal mississippi John Hurt (vanguard, 1967)