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Le statue di bronzo scoperte a San Casciano dei Bagni

10 Novembre 2022

Sono oltre 20 le statue bronzee, in perfetto stato di conservazione, scoperte a ottobre 2022 a San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena. I reperti, insieme a oggetti votivi e di altra natura e a cinquemila monete in oro, argento e bronzo, provengono dal santuario etrusco-romano connesso all’antica vasca sacra della sorgente termo-minerale del Bagno Grande.

Lo scavo, iniziato nel 2019, coordinato dal professor Jacopo Tabolli dell’Università per Stranieri di Siena e diretto da Emanuele Mariotti, è promosso dal Ministero della Cultura e dal comune toscano. Qui nascerà un nuovo museo destinato a ospitare i nuovi straordinari reperti.

I bronzi di San Casciano raffigurano le divinità venerate nel luogo sacro, insieme agli organi e alle parti anatomiche per le quali si chiedeva l’intervento curativo della divinità attraverso le acque termali. Dal fango caldo sono riemerse effigi di Igea e di Apollo. Inoltre, un bronzo che richiama il celebre Arringatore, scoperto a Perugia e nelle collezioni storiche del Museo Archeologico Nazionale di Firenze.

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San Casciano dei Bagni: la storia delle statue

L’eccezionale stato di conservazione delle statue all’interno dell’acqua calda della sorgente ha permesso anche di preservare meravigliose iscrizioni in etrusco e latino, incise prima della loro realizzazione. Nelle iscrizioni si leggono nomi di potenti famiglie etrusche del territorio dell’Etruria interna. Come ad esempio i Velimna di Perugia e i Marcni, noti nell’agro senese. Accanto a onomastica e forme dedicatorie in lingua etrusca, le iscrizioni latine menzionano anche le aquae calidae. Si tratta delle fonti calde del Bagno Grande, dove le statue furono collocate.

Gran parte di questi capolavori dell’antichità si data tra il II secolo a.C. e il I secolo d.C. Un periodo storico di importanti trasformazioni nella Toscana antica, nel transito tra Etruschi e Romani. Un’epoca di grandi conflitti tra Roma e le città dell’Etruria, ma anche di lotte all’interno del tessuto sociale dell’Urbe. In questo periodo, nel santuario del Bagno Grande, le nobili famiglie etrusche, in una fase in cui l’espansione di Roma significa anche osmosi culturale, dedicarono le statue all’acqua sacra. Un contesto multiculturale e plurilinguistico assolutamente unico e di pace, circondato da instabilità politica e guerra.

Secondo il professor Tabolli, quella di San Casciano dei Bagni è “una scoperta che riscriverà la storia e sulla quale sono già al lavoro oltre 60 esperti di tutto il mondo. Il santuario con le sue statue appare come un laboratorio di ricerca sulla diversità culturale nell’antichità. Una testimonianza unica della mobilità etrusca e romana. Rispetto alle note scoperte di antiche statue in leghe di bronzo, quanto riemerso da questo fango è un’occasione unica di riscrivere la storia dell’arte antica. E con essa la storia del passaggio tra Etruschi e Romani in Toscana”.

Foto da Ufficio Stampa Ministero della Cultura

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